Il presidente della Figc Gabriele Gravina e quello del Tribunale per i Minorenni di Reggio Calabria, Roberto Di Bella, hanno siglato oggi a Roma un importante protocollo che ha come obiettivo l’avvio di un progetto pilota sull’educazione, la rieducazione e l’integrazione di ragazzi costretti in situazioni di marginalità.
“Freed by Football”, infatti, è rivolto ai giovani sottoposti all’istituto della ‘messa alla prova’, minori stranieri non accompagnati e minori cresciuti in famiglie mafiose o in contesti di deprivazione socio-familiare, e pone al centro del programma educativo la conoscenza e la pratica del gioco del calcio quale potente strumento di socialità e di riabilitazione. Senza contare che valorizzare la dimensione sportiva equivale ad investire sulla salute e sul sano sviluppo dei giovani e della società civile. La dinamica del gioco ed i valori ad esso connessi, ma soprattutto la passione che riesce a generare il calcio, sono in grado di abbattere qualsiasi tipo di barriera, costituendo essa stessa l’emblema dell’uguaglianza nella diversità. Un messaggio fondamentale che trova riscontro nella mission della Figc, già impegnata da cinque anni nel progetto “Rete!” finalizzato all’integrazione dei minori non accompagnati inseriti nel Sistema di protezione per titolari di protezione internazionale. La Federazione e il Tribunale per i Minorenni intendono, in questo modo, posare una pietra miliare su un percorso che necessariamente porterà ad un ampliamento dell’attività.
“Questa collaborazione è di un’importanza strategica per la Figc – afferma Gabriele Gravina – perché valorizza la dimensione educativa e sociale del calcio. Nel mio programma elettorale parlavo di valorizzazione del territorio attraverso nuove modalità di contatto ed è proprio operando insieme e per i ragazzi, soprattutto quelli emarginati, che il nostro messaggio diventa valore. L’impegno per l’inclusione sociale è una tematica centrale della nostra azione di contatto con il territorio. Significa riuscire a ridurre gli steccati, contribuire a combattere tutte le forme di discriminazione, significa essere responsabili verso le comunità in cui il calcio si alimenta e rendersi partecipi di una grande opera di solidarietà”. “Operando in un difficile territorio, il Tribunale per i Minorenni di Reggio Calabria lavora anche per tutelare, tra gli altri, i ragazzini calabresi dalle fascinazioni della ‘ndrangheta, utilizzando diverse strategie educative e di crescita culturale – dichiara Roberto Di Bella – La collaborazione con la Figc, in quest’ottica, diventa preziosa. Il calcio è veicolo di valori positivi, la cui trasmissione va certamente incentivata, soprattutto se rapportata al reinserimento nella società civile di alcune categorie di minori”. Il protocollo (durata 6 mesi) prevede, tra le altre cose, che il Tribunale per i Minorenni individui e selezioni i partecipanti tra i destinatari dei propri provvedimenti giudiziari, nonché le borse di studio da assegnare al progetto, e costituisca un team di volontari qualificati (giuristi, psicologi, educatori, studenti) per assisterli nel percorso formativo in aula e fuori, e che la Figc programmi e organizzi le attività tecniche e sportive attraverso il supporto del Settore Giovanile e Scolastico, fornisca il materiale tecnico necessario e organizzi un evento finale a conclusione del progetto.