I consiglieri regionali della Campania hanno incontrato stamane nell’aula ‘Giancarlo Siani’ una delegazione di 35 studenti provenienti da 7 paesi della Unione Europea impegnati nella realizzazione di un progetto transnazionale Erasmus+ sull’alimentazione dal titolo “Creating food culture awareness of eating healthy”. ”Questa iniziativa dimostra che la cultura, lo scambio tra i giovani, non ha confini. I giovani partecipanti condivideranno tradizioni, conoscenze, attraverso il cibo; e naturalmente se parliamo di cibo non possiamo fare altro che parlare di Italia”. Lo afferma la consigliera regionale del Pd, Antonella Ciaramella, che aggiunge: “Programmi come Erasmus+ guardano oltre gli steccati, i confini, e soprattutto le rigidità mentali, mettendo l’Europa e soprattutto i giovani al centro”. Per Mariagiovanna Romaniello, responsabile del progetto, “il programma Gioventù Erasmus si rivolge ai giovani, anche non studenti, e garantisce attraverso queste possibilità di mobilità anche l’acquisizione di alcune competenze perché non dimentichiamoci che ci sono le life competenze per cercare lavoro, per relazionarsi: uno dei topic del programma. Noi abbiamo bisogno di usare qualsiasi occasione o strumento per garantire l’avviamento al lavoro attraverso appunto l’acquisizione di nuove competenze, anche linguistiche. Qui si tratta della scommessa dell’educazione non formale che in molti Paesi europei è stata realizzata”.
“Quest’anno – prosegue – uno degli obiettivi trasversali del programma Erasmus è proprio l’acquisizione di competenze per la crescita delle imprese, e per fare impresa. Ricordiamoci che nel Sud ne abbiamo bisogno perché abbiamo tanta creatività ma è necessario mettere a regime questa capacità che ci appartiene, ma con il sostegno delle istituzioni”. Giuseppe Caruso, Presidente del Forum dei Giovani dice: “E’ un progetto assolutamente necessario in questa fase storica. Noi vogliamo porre al centro la partecipazione dei giovani di mettersi in prima linea e di scendere in campo, interessarsi dei rispettivi territori, intesi nel senso più ampio della nazione di rappresentanza. Quindi di giovani che diventano protagonisti del futuro, non solo nel campo lavorativo ma anche in quello istituzionale e quindi attraverso una partecipazione diretta all’interno delle istituzioni”.
“Cosa possono fare istituzioni per sostenere percorsi di alta formazione e di istruzione per i giovani e soprattutto dell’inserimento lavorativo? Devono creare le opportunità nel rapporto sinergico con i giovani – risponde – in quanto noi partiamo da due principi generali che sono la formazione e il lavoro, il resto diventa filosofia ed è difficile poi avere un approccio di coinvolgimento. Innanzitutto bisogna creare un tessuto di formazione che sia di un livello tale da poter competere con le altre nazioni dell’unione europea e non solo”.