CONTE: “MANOVRA NON È STATA SCRITTA DA BRUXELLES”

Il governo durerà cinque anni e al termine della legislatura il premier Giuseppe Conte tornerà a fare il professore. Lo ha assicurato lo stesso presidente del Consiglio nel corso della tradizionale conferenza stampa di fine anno.

“Sono felicissimo di trovarmi a capo di questa esperienza di governo che è ben determinata nei 5 anni, poi libero la poltrona”, ha detto rispondendo alla domanda se consideri ancora “una parentesi” il suo impegno politico.

“Non è il governo di comitati d’affari, in agenda ci sono i bisogni dei cittadini – ha assicurato il premier -. Abbiamo fatto tutto alla luce del sole, in modo trasparente, questo non è il governo delle lobby, io non ricevo a Palazzo Chigi personaggi che rappresentano interessi particolari, e rivendichiamo di essere populisti, perché vogliamo garantire la continuità tra le promesse elettorali e i nostri atti di governo”.

Mentre in aula alla Camera scoppia la bagarre sul voto finale alla legge di Bilancio, Conte elenca i successi raggiunti in questi sei mesi, e gli obiettivi per il futuro. Sulla manovra, dopo aver chiarito che “non è stata scritta da Bruxelles”, ha spiegato che “è la prima tappa significativa di un ampio progetto di riforma, non ci fermiamo, vogliamo fare ancora meglio, possiamo fare ancora meglio e siamo determinati a farlo, il  nostro obiettivo è è quello di rispondere sempre agli interessi dei cittadini”.

 

Entrando nel merito ha aggiunto: “Faremo grande attenzione al taglio degli sprechi, occorre impiantare una task force. In pochi mesi abbiamo dovuto recuperare 12,5 miliardi per neutralizzare l’incremento dell’Iva, continueremo nel 2020 e 2021 con questa modalità e ci impegniamo ancora a impedire questo incremento. Per Conte “i fondamentali del sistema economico sono validissimi, e questo – ha aggiunto – è uno dei punti che ho fatto valere nel corso della trattativa con l’Europa, certo il debito pubblico incute un po’ di timore, ma è una cosa che gestiamo da anni e che non è così spaventosa. Abbiamo dovuto rivedere la crescita all’1%, ma questo non significa che siamo rassegnati a una crescita bassa. Abbiamo una manovra economica che si svilupperà nel segno della crescita”. Poi ha smentito che l’aumento delle tasse colpisca le fasce deboli: “Non stiamo aumentando la pressione fiscale sui cittadini, la pressione fiscale noi per i cittadini l’abbiamo alleggerita, è questa la politica economica sociale che un governo deve esercitare”.

Il presidente del Consiglio ha parlato di “un robusto e poderoso impianto di investimenti, riforme strutturali che realizzeranno una leva economica incredibile”.

 

E su una delle due riforme bandiera del governo, quella del reddito di cittadinanza, ha difeso il vicepremier Luigi Di Maio: “E’ stato crocifisso per essersi battuto per una misura di equità sociale. Lo avete crocifisso perché si è affacciato al balcone e avete rievocato figure oscure del nostro passato che non vogliamo ritornino: io plaudo alla forza con cui Di Maio ha portato avanti questa battaglia quando tutti erano contrari, l’ha portata nel contratto di governo, è una misura che ho apprezzato, di cui il Paese ha bisogno e di cui sono orgoglioso”.

Altro punto forte del contratto di governo è la riforma delle pensioni, con il superamento della legge Fornero. “Reddito di cittadinanza e quota 100 partiranno a fine marzo e quindi saranno a pieno regime da aprile, confidiamo che l’incremento della produttività del paese scaturirà anche da quota 100, anche se per ora nessuno è in condizioni di valutare che impatto avrà sul ricambio generazionale della forza lavoro”.

Sulla Tav, progetto che vede alcune frizioni tra gli alleati di governo, Conte ha ricordato che si “applica un metodo molto trasparente, come successo con la Tap e il Terzo Valico. Non alimentiamo una univoca lettura: questo governo è contro le grandi opere, questo governo valuta le grandi opere, realizzerà  il più poderoso piano infrastrutturale mai realizzato. Siamo nell’ambito di una procedura istruttoria, questa commissione di tecnici ha anticipato che a fine dicembre consegnerà il lavoro svolto e il governo esaminerà”.

 

In agenda anche l’autonomia regionale: “E’ nel contratto di governo, siamo tutti impegnati a realizzare l’autonomia rafforzata nel migliore dei modi – ha assicurato Conte – Ci sono stati referendum plebiscitari, qualcuno è preoccupato e lo capisco, ma ricordo che attuiamo il progetto dell’articolo 116 della Costituzione e ci muoveremo nel binario costituzionale”.

Sul rapporto con gli alleati di governo e i due vicepremier Di Maio e Salvini, il presidente del Consiglio ha parlato di “perfetta sintonia, i due leader sono molto ragionevoli, non c’è mai stato un vertice in cui abbiamo avuto una seria litigata o un contrasto dialettico veramente vivace, forse siamo anche un po’ noiosi, vogliamo fare del bene al paese”. Escluso un rimpasto di governo, “è un discorso che un po’ esula dalla visione del presidente del Consiglio, l’esigenza di un eventuale rimpasto maturerà in seno a una delle forze politiche. Se ci fosse una soluzione prospettata auspico che avvenga in modo molto partecipato e condiviso e non destabilizzi il governo”. Per il premier non è invece da escludere l’ipotesi di un “tagliando” sul contratto di governo “per vedere cosa fare meglio”.

 

All’inizio della conferenza stampa, Conte ha consegnato al presidente dell’Associazione Stampa Parlamentare, Marco Di Fonzo, una targa per celebrare i cento anni dell’organismo, e il tema dei rapporti con l’informazione è tornato più volte nel corso dell’incontro con i giornalisti. “Non credo che l’idea del M5S di rivedere il sistema di finanziamento all’editoria sia un attentato alla libertà di informazione. C’è massimo rispetto da parte del governo per la libertà di stampa e di informazione, che sono valori sacrosanti”, ha sottolineato il premier.

 

Vuoi pubblicare i contenuti di Italpress.com sul tuo sito web o vuoi promuovere la tua attività sul nostro sito e su quelli delle testate nostre partner? Contattaci all'indirizzo [email protected]