SIAMO TUTTI KOULIBALY, CALCIO DICE STOP RAZZISMO

Siamo tutti Kalidou Koulibaly, senza se e senza ma. Il mondo del calcio si stringe attorno al 27enne difensore senegalese del Napoli, preso di mira ieri sera al ‘Meazza’ dai soliti ‘buu’ di stampo razzista. Cori beceri che hanno intaccato la calma del centrale di Ancelotti, espulso da Mazzoleni per un applauso di troppo dopo il cartellino ricevuto per un fallo su Politano. “Mi dispiace la sconfitta e soprattutto avere lasciato i miei fratelli! Pero’ sono orgoglioso del colore della mia pelle. Di essere francese, senegalese, napoletano: uomo”, ha twittato nella notte Koulibaly, che ha ricevuto le scuse ufficiali del sindaco di Milano, Giuseppe Sala, che ha definito “una vergogna” quei cori che hanno poi azionato la mano pesante del giudice sportivo (due turni a porte chiuse per l’Inter ma anche due giornate di squalifica per il colored del Napoli). “Nel mondo e nel calcio ci vorrebbero sempre educazione e rispetto. No al razzismo ed a qualunque offesa e discriminazione”, è quanto scrive Cristiano Ronaldo. “Io sono, tu sei, noi siamo tutti Koulibaly”, fa sapere via Instagram il centrocamposta del Sassuolo Kevin Prince Boateng. “Peccato per quello che e’ successo a Milano ieri. Siamo tutti uguali, non esistono differenze!! NO al razzismo!”, è l’appello social del difensore della Fiorentina Vitor Hugo. “Sei tra le piu’ belle persone che conosco, per favore non cambiare mai. Non reagire a questa m… Restiamo uniti! #notoracism”, ‘cinguetta’ il suo compagno di squadra Dries Mertens. Carlo Ancelotti, che ha ‘minacciato’ di far uscire la squadra dal campo qualora episodi del genere capitino ancora (e non portino alla sospensione del match), trova un alleato in Gennaro Gattuso: “Sicuramente non siamo l’unica nazione in cui succedono questi episodi. Basti guardare in Inghilterra, dove c’e’ grande civilta’ sportiva. Penso che sia arrivato il momento che il calcio si fermi e che le partite si interrompano”, il commento del mister del Milan. Il mondo interista, ovviamente, prende le distanze in maniera netta. “Sono deluso da quello che e’ successo ieri a San Siro. Diciamo basta al razzismo e la discriminazione”, fa sapere capitan Mauro Icardi. Il club nerazzurro, in una nota, ribadisce il no ad ogni forma di discrimazione: “Ci sentiamo in dovere oggi, una volta di piu’, di affermare che chi non dovesse comprendere e accettare la nostra storia, questa storia, non e’ uno di noi”. “Allo stadio ci sono anche i bambini, che esempio diamo loro? – si interroga una bandiera dell’Inter come Mazzola – Piuttosto fermiamo il campionato, in modo che anche gli altri tifosi comincino a tenere le distanze. La partita di ieri, invece, per me non era da sospendere, altrimenti sarebbe successo di peggio. Sarebbe stato meglio andare avanti, avvertendo i giocatori che poi sarebbe stata annullata e rigiocata”. E se il presidente della Figc, Gabriele Gravina, plaude al comunicato dell’Inter e mette l’accento sull’immagine dell’abbraccio tra Icardi e Koulibaly, il numero uno della Lega di A, Gaetano Micciché, chiede a gran voce lo stop a “razzismo, violenza e morte”. “Purtroppo viviamo un’epoca – spiega il presidente dell’Assocalciatori, Damiano Tommasi – in cui il colore della pelle serve a connaturare una diversita’ e questo e’ un problema, non solo negli stadi, dove cio’ assume un’enfasi ancora piu’ grande. All’estero la normalita’ e’ un’altra, e se vogliamo migliorare tutti non si possono piu’ tollerare questi episodi”. “Ha ragione Ancelotti, se chi deve intervenire non interviene, e’ giusto andare via dal campo – è la presa di posizione del presidente dell’Aiac, Renzo Ulivieri – Chi deve intervenire ha il dovere di farlo. Esiste un principio: se non si interviene vuol dire che le cose vanno bene”. Infine, il vertice dell’Aia, Marcello Nicchi, precisa che “gli arbitri non hanno nessuna dichiarazione da fare”. Aggiungendo, senza entrare nel merito circa le polemiche sulla mancata sospensione della partita diretta da Mazzoleni, che “noi arbitri per ora ascoltiamo. Decida il calcio dove vuole andare, di questo 2018 non se ne puo’ piu’, speriamo in un 2019 migliore”.
(ITALPRESS).

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