“Questo è il primo convegno, in Italia, che commenta la conversione in legge del decreto fiscale numero 119/2018, dentro cui ci sono luci ma anche criticità di fondo, come l’allineamento dei termini dell’accertamento previsti per l’articolo 1, che riguarda i processi verbali di constatazione”. Così all’ITALPRESS il professore Angelo Cuva, tesoriere dell’Uncat, a margine del convegno dal titolo “Pace fiscale: criticità e primi orientamenti interpretativi”, organizzato dal Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Palermo con la Camera degli Avvocati Tributaristi e con il patrocinio dell’Uncat, tenuto al Palazzo di Giustizia, nell’aula magna della Corte d’Appello, nel capoluogo siciliano. Sul tavolo dei relatori, con Cuva, esperti del settore.
“Il convegno – precisa Cuva – parla di pace fiscale, che come presupposto richiede che ci sia una guerra in corso. In effetti bisogna rimuovere le condizioni che hanno creato quella che potremmo dire non è una guerra ma una conflittualità tra fisco e amministrazione finanziaria”. “Come soluzione – aggiunge – individuiamo una pace normativa, cioè che venga bloccata la normativa, perché ogni anno non possiamo avere un profluvio di norme che renda caotica e disorganica l’interpretazione delle norme”.
“È poi necessario – sottolinea il professore – un abbassamento dei costi a carico dei contribuenti, non solo in termini di pressione fiscale, ma anche di numero di adempimenti. Secondo un recentissimo rapporto della World Bank, riguardante questi costi, l’Italia è al 118esimo posto su 190. Questo significa che il peso della fiscalità è ancora elevato”.