Nel campo delle cure per il tumore alla prostata, l’Ospedale Buccheri La Ferla – Fatebenefratelli di Palermo ha ricevuto, per due anni consecutivi, la certificazione UNI EN ISO 9001:2015 del percorso diagnostico-terapeutico assistenziale. Il cosiddetto PDTA consiste nell’assistenza al paziente a 360 gradi, dalla diagnosi al trattamento e all’assistenza nelle fasi più avanzate della malattia. E’ stato reso noto nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta presso l’ospedale Buccheri La Ferla – Aula Polifunzionale, in via Messina Marine, a Palermo.
“Il tassello principale consiste nell’essere partiti dal concetto di multidisciplinarietà, che è alla base della messa a punto del PDTA. Gli specialisti di patologia si riuniscono e, insieme, stabiliscono i protocolli a monte; poi in fase attuativa, gli stessi specialisti si riuniscono per stabilire la terapia personalizzata per ogni singolo paziente”, spiega Nicolò Borsellino, direttore UOC di Oncologia Medica e coordinatore del PDTA del tumore prostatico. “Per il tumore alla prostata – aggiunge Borsellino – le discipline interessate sono l’oncologia medica, l’urologia, la radioterapia, la radiologia, l’anatomia patologica e le cure palliative. Queste ultime, ovviamente, entrano a pieno titolo nelle fase più avanzata di malattia. Tutti settori curati da specialisti del Buccheri La Ferla, ad eccezione della radioterapia esterna, con una convenzione siglata con la Casa di Cura Macchiarella”.
Ivan Fazio, responsabile Radioterapia della Macchiarella, aggiunge: “Oggi la radioterapia negli stadi iniziali della malattia prostatica ha le stesse probabilità di successo terapeutico della chirurgia. La possibilità di utilizzare apparecchiature performanti ci permette di ridurre al minimo gli effetti collaterali, primi far tutti quelli legati alla tossicità”.
E Danilo Di Trapani, direttore UOC di Urologia dell’opsedale Buccheri La Ferla, puntualizza: “Questo PDTA non solo migliora l’approccio globale al paziente, ma favorisce il lavoro di squadra multidisciplinare, che funziona attraverso un dialogo continuo tra le diverse figure mediche”.
Mentre, secondo Fabio Cartabellotta, direttore FF UOC di Medicina Interna, “questa esperienza nasce da altre aree: da tre anni portiamo avanti la rete HCV Sicilia, che è un abest practice per tutta Italia. Qaundo abbiamo deciso di esportarla al tumore della prostata, la Regione Siciliana è stata ben felice di appoggiare il progetto, tant’è che adesso siamo in procinto di realizzare una serie di centri al vaglio di un tavolo tecnico. Per ora si partirà misurando la capacità di tutti i centri oncologici, radioterapici e urologici che si occupano di prostata, per inserirli poi all’interno della rete che dall’anno prossimo diventerà operativa”.
Soddisfazione per il risultato raggiunto anche da frà Alberto Angeletti, superiore dell’Ospedale Buccheri La Ferla: “Nella storia della Chiesa l’assistenza agli ammalati ha avuto un ruolo speciale. Nell’approccio ‘umanizzato’ ai malati, è necessario valutare non solo il benessere ambientale, ma anche quello del personale che lo assiste. In sintonia con tutto questo, il rinnovo al nostro ospedale di questa certificazione per la cura del carcinoma prostatico, è un elemento ulteriore di qualità sanitaria umanizzante”.
Il Buccheri La Ferla, nel 2017, rispetto all’anno precedente, ha avuto un incremento del 25 per cento dei ricoveri ed i pazienti, oltre che provenire dal quartiere Brancaccio, dove insiste l’ospedale, provengono anche da altri quartieri di Palermo e da altre zone della Sicilia, soprattutto dal Trapanese e dall’Agrigentino.
In Sicilia, è stato sottolineato nel corso della conferenza stampa, 21 mila uomini convivono con un tumore della prostata, e sono oltre 2.400 le diagnosi ogni anno.