A ottobre la produzione industriale è migliorata dello 0,1% su base mensile, al netto dei fattori stagionali, e dell’1% su base annua. Nello stesso mese, l’occupazione non ha registrato variazioni di rilievo rispetto al mese precedente. È quanto emerge dal rapporto Congiuntura di Confcommercio relativo al mese di dicembre.
A novembre la fiducia ha mostrato andamenti decrescenti tra i consumatori e le imprese. Il clima di fiducia delle famiglie ha registrato un peggioramento dell’1,5% congiunturale, mentre il sentiment delle imprese, in linea con la stagnazione del quadro economico, si è ridotto per il quinto mese consecutivo (-1,4%).
“Stante il permanere di una situazione di debolezza si stima, a dicembre, una variazione congiunturale nulla del Pil mensile, dato che porterebbe ad una crescita dello 0,3% rispetto allo stesso mese del 2017 – sottolinea Confcommercio -. Nel quarto trimestre 2018 si stima una crescita dello 0,1% del PIL in termini congiunturali, mentre il tasso di crescita tendenziale si attesterebbe allo 0,4%. Nel complesso del 2018, la crescita dovrebbe attestarsi allo 0,9% (+1% tenendo conto dei diversi giorni lavorativi nel 2018 rispetto al 2017)”.
Le contenute prospettive di crescita hanno continuato a determinare una situazione di difficoltà sul versante dei consumi delle famiglie. A novembre 2018 l’indicatore dei Consumi Confcommercio (ICC) ha registrato un calo dello 0,2% in termini congiunturali ed un aumento dello 0,3% nel confronto con lo stesso mese del 2017. L’andamento dell’ultimo mese prosegue un percorso di alternanza tra dati lievemente positivi e leggeri ripiegamenti che ha caratterizzato gli ultimi mesi.
La scarsa mobilità dei consumi si evince anche dall’andamento dell’ICC in termini di media mobile a tre mesi.
La diminuzione dello 0,2% registrata in termini congiunturali dall’ICC, nel mese di novembre, è sintesi di un aumento dello 0,1% della domanda relativa ai servizi e di una diminuzione dello 0,3% per i beni.
Per quanto concerne le singole macro-funzioni di spesa Confcommercio segnala una generalizzata tendenza al ridimensionamento. Variazioni positive di modesta entità si sono registrate solo per i beni e i servizi ricreativi (+0,2%), per gli alberghi, i pasti e le consumazioni fuori casa (+0,1%) e per i beni e i servizi per la cura della persona (+0,1%). Per contro la diminuzione più significativa si è registrata per la domanda relativa ai beni e i servizi per la mobilità (-1,2%).
Flessioni più contenute si sono rilevate per i beni e i servizi per la casa, per i beni ed i servizi per le comunicazioni (-0,3%) e per l’abbigliamento e le calzature (-0,2%). Il segmento relativo ad alimentari, bevande e tabacchi non ha mostrato variazioni.
Sulla base delle dinamiche registrate dalle diverse variabili che concorrono alla formazione dei prezzi al consumo , per il mese di dicembre 2018 si stima, rispetto a novembre, una variazione dello 0,2%. Nel confronto con lo stesso mese del 2017 il tasso d’inflazione dovrebbe collocarsi al +1,5%, in moderato rallentamento rispetto a novembre (+1,7%).