I carabinieri del Ros e del comando provinciale di Trapani, nei comuni di Castelvetrano, Mazara del Vallo, Campobello di Mazara e Custonaci, hanno svolto mirate attività di perquisizione nei confronti di 25 indagati, ritenuti a vario titolo fiancheggiatori e favoreggiatori della latitanza Matteo Messina Denaro.
Le indagini costituiscono un’ulteriore fase dell’articolata manovra investigativa per la cattura del latitante, mediante il progressivo depotenziamento dei circuiti di riferimento e il depauperamento delle risorse economiche del sodalizio.
Le perquisizioni hanno già permesso di: arrestare in flagranza di reato due degli indagati, trovati rispettivamente in possesso di pistole illegalmente detenute (una Baby Browning cal. 635 munita di caricatore con 5 colpi e un revolver cal. 22 con 20 cartucce);
sequestrare apparecchiature informatiche e per le telecomunicazioni, nonché copiosa documentazione, materiale questo che è già al vaglio dei tecnici e degli analisti del R.O.S. e che potrà fornire spunti utili per il proseguo delle indagini.
Contestualmente i Carabinieri hanno eseguito il fermo nei confronti di Matteo Tamburello, esponente di spicco della famiglia di cosa nostra di Mazara del Vallo, indagato per associazione mafiosa, trasferimento fraudolento di valori e violazione degli obblighi inerenti la sorveglianza speciale.
Al centro di questa indagine sono i mandamenti mafiosi di Mazara del Vallo e di Castelvetrano nel cui alveo sono state documentate qualificate interlocuzioni intrattenute da Tamburello con soggetti riconducibili al reggente del mandamento di Castelvetrano, Gaspare Como, cognato del latitante Matteo Messina Denaro, arrestato sempre dal R.O.S. lo scorso aprile nell’ambito della indagine c.d. “Anno Zero”.
Le indagini hanno anche permesso di appurare che TAamburello programmava di gestire, direttamente e grazie alla collaborazione di un imprenditore mazarese (anch’egli sottoposto a perquisizione dai militari del R.O.S. nell’ambito dell’operazione), cospicui lavori nell’ambito dell’eolico per l’ampliamento di un impianto in territorio di Mazara del Vallo, attraverso la palificazione di nuovi aereo generatori. Tale attività rappresentava per Tamburello un vero e proprio programma di infiltrazione mafiosa in uno degli affari più importanti degli ultimi anni sul territorio siciliano ed in particolare trapanese.
Gli arrestati nell’ambito del blitz di Trapani sono: Matteo Tamburello, 56 anni; Giovanni Como, 48 anni e Diego Vassallo, 66 anni.