“Siamo soddisfatti: non è mai facile e scontato esserlo dopo una domenica di Serie A, stavolta però lo siamo certamente”. Il designatore arbitrale della Serie A, Nicola Rizzoli, si dice contento del rendimento della ‘sua’ squadra nel fine settimana di campionato. “C’è un maggior utilizzo del Var? L’intervento è sempre in funzione delle dinamiche del gioco, non tanto della volontà, che è di eliminare gli errori – spiega l’ex direttore di gara internazionale ai microfoni di ‘Radio Anch’io Sport’, su Rai RadioUno – Più che aumentato, ne abbiamo aggiustato l’intervento e l’utilizzo dopo qualche errore dell’inizio. Con gli allenatori ci siamo confrontati in un workshop interessante da cui sono usciti dei feedback positivi”. Rizzoli ‘apre’ al Var per la B: “Sicuramente ci stanno pensando, è una questione di costi, risorse e uomini, è un progetto che va verificato appieno prima di dire sì o no. Cominciare a metà è sbagliato, nel momento in cui la Lega di B troverà le risorse adeguate, non solo economiche, potrà cominciare anche tra i cadetti”. Nel massimo torneo sono diminuiti i rigori: “Le statistiche ci danno degli spunti e delle riflessioni da fare. L’anno scorso erano aumentati del 5%, ma non è significativo, quest’anno invece sono diminuiti, ma se mettiamo a confronto con le simulazioni, -40%, significa che attaccanti e difensori sono più attenti in area perché sanno che determinate situazioni non sfuggono più agli arbitri”. “Brutti cori a Udine e a Torino? Ci siamo confrontati con il presidente della Figc Gravina, sono atteggiamenti da perseguire – prosegue Rizzoli – Siamo nel 2018, è triste pensare che bisogna combattere certi cori ma è la realtà – spiega l’ex arbitro internazionale – Quando c’è razzismo o razzismo territoriale, l’arbitro ha il dovere innanzitutto di fermare la gara e far fare un annuncio pubblico; qualora continuino, deve fermare di nuovo la gara, far schierare i giocatori a centrocampo e far fare un altro annuncio; se i cori continuano, l’arbitro deve far tornare i giocatori nello spogliatoio e toccherà ai responsabili di ordine pubblico decidere se ci sono o meno le condizioni per proseguire e dunque sospendere la partita”. Dopo 120 partite in A, sottolinea poi Rizzoli, “c’è un aumento delle ammonizioni del 20%, in contrasto con la diminuzione delle stesse del 20% dell’anno scorso, il che vuol dure che c’è un problema culturale. L’anno scorso c’è stato solo un rosso per proteste, quest’anno siamo già a due. Con gli allenatori abbiamo convenuto che i giocatori debbono lasciare arbitri tranquilli nell’utilizzo del Var, rivalutando la figura del capitano”. Detto che, dalla prossima stagione, si lavorerà per ‘togliere’ la volontarietà per il fallo di mano in area (“L’anno prossimo si faranno delle considerazioni oggettive da fare per portare più uniformità nei giudizi”), Rizzoli è convinto che un arbitro non debba chiudere un occhio, come nel caso delle espulsioni ieri di Inzaghi e Juric: “Ci sono momenti in cui capitano delle reazioni o emozioni, ma quando si prendono delle decisioni, che sono sempre difficili, bisogno anche accettare o rendersi conto che si è andati oltre. Dopo che la pressione è passata, si capisce che bisogna applicare le regole: chiudere gli occhi è una questione culturale da superare per il rispetto delle persone”.
(ITALPRESS).
RIZZOLI “AGGIUSTATO INTERVENTO E USO DEL VAR”
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