Fondi per pagare un fitto di casa, per sostenere le spese dei percorsi formativi dei figli, anche semplicemente per consentire l’acquisto dei pannolini. Sono queste solo alcune misure messe in campo dalla Regione Campania a favore delle donne vittime di violenza e soprattutto dei loro figli. A un anno dall’approvazione della legge numero 34 del 2017 sugli “Interventi per favorire l’autonomia personale, sociale ed economica delle donne vittime di violenza di genere e dei loro figli ed azioni di recupero rivolte agli uomini autori della violenza”, che gode di una copertura di 500mila euro, si è svolto stamattina, nella sede del consiglio regionale, un incontro per fare il punto sui provvedimenti adottati. “Un’iniziativa importante – commenta il presidente del consiglio regionale Rosa D’Amelio a margine dell’incontro – perché vogliamo ricordare che lo scorso 25 novembre abbiamo approvato all’unanimità, su proposta della consigliera Bruna Fiola, una legge che definisce un percorso di presa in carico, anche economico, per i figli e gli orfani di donne vittime di violenza”.
Il fenomeno presenta dati drammatici: la Campania è terza, dopo Umbria e Calabria, per numero di donne ammazzate in famiglia. “Un dato – continua D’Amelio – che nonostante le buone leggi e il tanto lavoro messo in campo ci fa riflettere. Dobbiamo lavorare sul terreno culturale per formare le coscienze dei giovani, altrimenti non vinceremo mai questa sfida”. Per il presidente del consiglio regionale, è importante assumere un “impegno forte anche sulle case rifugio perché – spiega – possano avere fondi necessari per non interrompere le loro attività: quando si prende in carico una donna vittima di violenza, è fondamentale darle la certezza di un ambiente che protegga lei e i sui figli, altrimenti, dopo la denuncia, sarà costretta a tornare nel circuito infernale in cui continuiamo a piangere donne assassinate”.
Convocata, per la prossima settimana, la cabina di regia istituita presso l’assessorato alle Pari opportunità, che mette intorno a un tavolo, su questi temi, anche gli assessorati al Lavoro e alle Politiche sociali, un consigliere di maggioranza e uno di opposizione.
“Il fenomeno della violenza sulle donne non può essere ristretto nel campo delle politiche di genere – dice Bruna Fiola, consigliera regionale del Pd, prima firmataria della legge – perché la violenza si combatte anche con il lavoro che garantisce l’autonomia personale, sociale ed economica delle donne. Siamo la prima regione ad aver legiferato a favore dei figli e degli orfani di femminicidio e sosteniamo con forza che la violenza non è solo fisica ma anche economica: molte donne non denunciano perché hanno a cuore la vita e la tutela dei propri figli, quindi dobbiamo dare a queste donne di provvedere quotidianamente al sostentamento dei figli. Non ci limitiamo a invitare le donne a denunciare le violenze subite, ma diamo loro gli strumenti economici affinché possano uscire dalla casa in cui le violenze si sono consumate”.
Presente all’incontro anche Adriana Esposito, madre di Stefania Formicola, vittima. “Bisogna lavorare molto sui giovani – dice – Partecipo a numerosi incontri nelle scuole perché è da lì che occorre partire per spiegare che la gelosia è il primo passo verso la violenza”
Testimonial dell’iniziativa, l’attrice Miriam Candurro, protagonista di Un posto al sole e volto noto della fortunata serie dei Bastardi di Pizzofalcone. “Sono onorata e felice del ruolo affidatomi in questa battaglia a favore delle donne – dice – Nella fiction dei Bastardi di Pizzofalcone ho interpretato una donna vittima di violenza domestica e, incredibilmente, sono stata raggiunta dalle telefonate di tantissime donne, di ogni età e ceto sociale, che si sono sfogate con me per le violenze subite. Davvero sconvolgente quanto il fenomeno sia diffuso”.