Riduco gli sbarchi e abbatto le ville dei Casamonica, ma non posso essere tranquillo se ogni giorno ci sono tantissimi ragazzi che rischiano la proprio incolumità. Siamo di fronte a un’emergenza educativa e vorrei che gli italiani lo sapessero: mi rifiuto di prendere in esame l’idea di militarizzare i campi di calcio, ma oggi si cambia: chi sbaglia paga e lo farà pesantemente”. Queste le parole del ministro dell’Interno, Matteo Salvini, al termine dell’incontro con il presidente dell’Associazione italiana arbitri, Marcello Nicchi, e il presidente della Federcalcio, Gabriele Gravina, per parlare del problema della violenza sugli arbitri. “Plaudo all’iniziativa di sospendere i campionati nella regione Lazio, questo sarà l’ultimo segnale. Farò tutto il possibile per riportare disciplina, regole, ordine, rispetto, buona educazione e sanzioni nei campi di calcio: tutti i fondamenti dell’educazione e del senso civico, ma intanto bisogna sanzionare pesantemente i delinquenti che picchiano gli arbitri. Non pensavo ci fossero da difendere anche i campi da calcio – ha sottolineato Salvini -. I numeri devono fare riflettere, si parla di centinaia di aggressioni ogni anno e ricoveri al pronto soccorso per ragazzi che hanno una passione. Una violenza animale e ingiustificata che per il 75 per cento dei casi arriva da tesserati e non da tifosi, una assolutamente inammissibile e inaccettabile. Difenderemo i campi di calcio e la salute degli arbitri”. Per il ministro dell’Interno “i violenti sono i calciatori. Nella maggior parte dei casi l’arbitro non viene pestato dal tifoso, dall’ultrà, dal demente, ma da un calciatore che, per quello che mi riguarda, andrebbe radiato, non dovrebbe più mettere gli scarpini per il resto della vita. Non mi voglio sostituire alla Federcalcio, ma credo proprio che nel giro di qualche mese al massimo si sentirà aria nuova nei campi di calcio”, ha aggiunto Salvini, mentre il numero 1 della Figc, Gabriele Gravina ha dichiarato: “Le sanzioni per la violenza sugli arbitri resteranno in capo alle società ma dovranno crescere. Al momento le pene sono troppo basse, una, due, sei giornate sono troppo poco: dobbiamo cominciare a parlare di un anno, due anni, fino all’esclusione e all’allontanamento per i soggetti che fanno cose simili. Affronteremo l’argomento in materia decisa. Basta negoziare sulla passione di questi ragazzi, giovani arbitri che hanno solo voglia di dare un contributo al mondo del calcio e invece pagano con il proprio fisico e la proprio integrità un momento di follia – ha aggiunto Gravina -. Ci sono già elementi, negli ultimi anni abbiamo ridotto del 50 per cento il numero degli atti di violenza, che però restano ancora tanti. Vogliamo arrivare a zero, per questo servono punizioni certe: tutti devono sapere che nel momento in cui si aggredisce un arbitro si devono subire pene sicure fino all’allontanamento dal gioco del calcio. Non vogliamo più queste persone tra noi”.
“Non abbiamo mai scioperato e non lo faremo mai. Non vogliamo arrivare all’extrema ratio di non mandare gli arbitri nei vari campi, ma i nostri ragazzi vanno difesi”. Questa la posizione del presidente dell’Associazione italiana arbitri, Marcello Nicchi, al termine del vertice al Viminale per affrontare il problema della violenza sui direttori di gara. “Oggi è arrivato il punto zero: da qui dobbiamo ripartire per un calcio pulito, corretto e fatto di regole. C’è una federazione nuova che ha voglia di cambiare: insieme a tutte le componenti ci adopereremo per modificare le cose che non vanno. Non posso che ringraziare il ministro Salvini per aver preso in esame la questione – ha sottolineato il numero uno dell’Aia -. È accaduto un episodio gravissimo, un ragazzo ancora non sta bene ed è in ospedale, ma sappiate che non è l’unico. È arrivato il momento di voltare pagina. L’Associazione italiana arbitri non accetta e non accetterà più di mandare al massacro i suoi ragazzi: non è accettabile, parlo da genitore e da presidente dell’Aia. Queste violenze vigliacche non sono accettabili, non è possibile che un ragazzo smetta di arbitrare per questo rischio. Tutti dobbiamo fare la nostra parte”. Nicchi ha confermato che domenica prossima “non si giocheranno partite di calcio nel Lazio per un momento di riflessione nel Lazio. E non è l’unica regione che potrebbe subire questo provvedimento. Da domenica prossima vogliamo vedere gente che va allo stadio per divertirsi: non ne posso più, sono anni che lottiamo contro questa violenza, ora dobbiamo risolvere il problema”. Sull’argomento è intervenuto anche il presidente del Coni, Giovanni Malagò. “Oggi faro’ un colpo di telefono a Nicchi: ha la mia piena disponibilità e il pieno supporto su questa vergognosa vicenda che purtroppo con dinamiche, forme e gravità
diverse si e’ ripetuta ancora una volta. Sono rimasto molto impressionato dalla violenza dell’episodio”. Così il numero 1 dello sport italiano in merito all’aggressione subita dall’arbitro Riccardo Bernardini al termine di una partita del campionato di Promozione nel Lazio. “Serve una crescita culturale – ha rimarcato a margine di un evento a Roma – questo discorso vale a 360 gradi per tutti quelli che operano nel mondo del calcio e in assoluto dello sport, ma il calcio in particolare perche’ quasi totalmente caratterizza questi episodi”.
(ITALPRESS).
SALVINI “VIOLENZA SU ARBITRI INACCETTABILE”
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