CASASCO “FMSI E WADA UNITI NELLA LOTTA AL DOPING”

“La Federazione medico sportiva italiana ha gli stessi obiettivi della Wada, l’unica organizzazione a livello mondiale riconosciuta dallo Stato italiano: continueremo a combattere il doping e a preservare la salute delle persone e degli atleti”. Queste le parole del presidente della Fmsi, Maurizio Casasco, nella conferenza stampa di chiusura del simposio scientifico organizzato presso l’hotel Parco dei Principi di Roma insieme all’Agenzia mondiale antidoping per discutere sulle ultime strategie di lotta al doping basate sul passaporto biologico dell’atleta. “Siamo al termine di questa tre giorni molto importante, la Wada ci ha onorati della presenza a Roma scegliendoci come partner, come era già successo nel 2011 – ha rimarcato Casasco -. La ricerca è fondamentale: ci accomunano gli stessi obiettivi, gli stessi valori, la stessa lotta al doping. Ringrazio al riguardo il direttore scientifico Rabin, ma anche i Nas che collaborano con noi e il mondo delle istituzioni”.
“Un grazie speciale alla Fmsi per lo splendido supporto – ha dichiarato Olivier Rabin – La discussione sul passaporto biologico è stata più che interessante, in questi tre giorni ho trovato un’atmosfera eccellente e siamo privilegiati ad avere il supporto della Fmsi e di tutti gli altri partner in Italia nella lotta al doping”. Il direttore scientifico della Wada ha poi tracciato un bilancio del simposio: “Sono dieci anni che il passaporto biologico è stato introdotto nel codice Wada e ha già assunto un ruolo importante nella lotta al doping – ha sottolineato Rabin – Oggi è sempre più complesso, per questo la comunicazione e la collaborazione tra le parti in causa è fondamentale. Guardando poi al futuro, è importante inserire nuovi biomarkers e individuare i fattori che interferiscono negli studi: sul tema ci sono varie ricerche interessanti e ringrazio il presidente Casasco e la Fmsi, molto impegnata su questo fronte”.
“Un altro dei problemi attuali è la quantità enorme dei dati sui quali lavoriamo – ha proseguito il direttore scientifico della Wada -: è importante riuscire ad integrare l’intelligenza artificiale, la big data analysis, perché dobbiamo saper leggere meglio tutte le informazioni raccolte. E allo stesso tempo dobbiamo avere dati più precisi sui singoli sport e sui singoli paesi, perché il problema del doping non è lo stesso in tutti gli sport e non è lo stesso in ogni paese. Dobbiamo analizzare le situazioni particolari, avere maggiori informazioni ci aiuta a combattere il fenomeno in modo migliore. Il passaporto biologico è un strumento molto forte che sarà sempre più utile e sempre più utilizzato”.
(ITALPRESS).

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