AGROALIMENTARE, DA LATINA IL 40% EXPORT REGIONE

Il settore agroalimentare asset strategico per lo sviluppo del territorio laziale. Questo il tema del convegno dedicato al comparto organizzato da Intesa Sanpaolo, in collaborazione con l’Ordine degli Agronomi dal titolo: “Il valore e le potenzialita’ del settore agroalimentare nel Lazio”. Un appuntamento giunto alla sua terza edizione che mette al centro gli imprenditori agroalimentari dell’agro-pontino. Il confronto tra imprenditori e mondo bancario ha visto  un ampio approfondimento grazie agli interventi di Pierluigi Monceri, Responsabile della Direzione Regionale Lazio, Sardegna e Sicilia, Lavinia Stoppani, Industry & Banking della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo e Cinzia Lamberti, Presidente Ordine provinciale dei Dottori Agronomi e Forestali di Latina. A La tavola rotonda ha visto protagonisti Mariano Di Vito, Mafalda srl, Massimo Panagia, Francia Latticini SpA, Matteo Colafigli, AgricolliBio, Maurizio Simeone, Consigliere consorzio olio colline pontine dop e Presidente consorzio oliva di gaeta dop e Marco Carpineti, le strade del vino, con la moderazione di Marcello Di Martino, direttore commerciale imprese Lazio, Sardegna e Sicilia di Intesa Sanpaolo. Il convegno si e’ aperto  con i saluti di Damiano Coletta, Sindaco di Latina. Secondo i dati forniti da Intesa San Paolo il peso dell’agroalimentare sull’economia del Lazio e’ tra i piu’ bassi in Italia, ma il dato regionale nasconde una profonda disomogeneita’ a livello provinciale. Se si esclude Roma, il peso dell’agricoltura  sull’economia laziale sale al 4,5% per valore aggiunto e al 6,5% per occupati; dati questi al di sopra della media italiana. Inoltre il Lazio e’ la nona regione italiana per superficie agricola utilizzata. Conuna dimensione media aziendale in crescita, ma stimata superare di poco i 12 ettari per azienda, il dato del Lazio rimane inferiore alla media italiana (14,4 ha per azienda), mostrando un territorio ancora molto frammentato, seppure avviato su percorso di progressiva razionalizzazione delle aziende. Positivi i dati sulla produttivita’, in crescita dal 2013, con un forte orientamento al biologico, che fa conquistare al Lazio la quarta posizione tra le regioni italiane per quota di biologico sul totale della superficie utilizzata (16,9%). Fondamentale il ruolo della provincia di Latina nell’agroalimentare laziale e italiano e in particolare a monte, nelle produzioni agricole, con il fertile territorio dell’Agro Pontino. Ha origine a Latina circa il 40% delle esportazioni agroalimentari del Lazio. E’ forte in particolare la specializzazione nell’ortofrutta, riconosciuta da Intesa Sanpaolo, che tra i 12 distretti agricoli monitorati in Italia comprende anche il distretto dell’Ortofrutta dell’Agro Pontino, da cui proviene oltre il 5% dell’export ortofrutticolo italiano. Tra le molte produzioni in cui Latina primeggia a livello nazionale (ravanello, carote, cocomeri, fragole, olive da tavola), spicca senz’altro il kiwi, protetto dal 2004 dalla IGP Kiwi di Latina. A Latina si produce circa un terzo dei kiwi  prodotti in Italia (178 mila tonnellate nel 2017), garantendo all’Italia una posizione di rilievo negli scambi globali di questo frutto. I dati più recenti (primo semestre 2018) mostrano le esportazioni provinciali di prodotti agroalimentari in sostanziale stabilita’ rispetto al 2017 (- 0,4%). In particolare, e’ il comparto alimentare, che comprende l’olio d’oliva (DOP Colline Pontine), ad essere in difficolta’, con un calo del 6,8% nel primo semestre 2018, dovuto al minore export in particolare nei comparti dei piatti pronti e surgelati e dell’olio. Al contrario, l’agricoltura, in controtendenza con l’andamento registrato a livello nazionale, riesce a segnare variazioni positive sui mercati esteri (+4,9%). In particolare, le esportazioni del distretto dell’Ortofrutta dell’Agro Pontino hanno raggiunto i 118 milioni di euro nel primo semestre del 2018, 6,8 milioni di euro in piu’ rispetto alla prima meta’ del 2017 (+6,1% tendenziale), con un aumento dell’export trainato dalla Germania, destinazione che nel 2017 ha accolto quasi la meta’ dell’export distrettuale.

 

 

 

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