PLASTICA, LA VIA “ATTENTI ALL’AMBIENTE MA ANCHE AI LIVELLI OCCUPAZIONALI”

“Contribuire a un ambiente più pulito nel rispetto dei posti di lavoro: l’europarlamento chiamato oggi al voto sulle strategie di riduzione della plastica si è espresso con un esito che mira ad ambiziosi risultati che però non devono trascurare l’aspetto occupazionale, esprimendo una posizione equilibrata e realistica, oltre un ambientalismo poco pertinente con la realtà, spesso spinto su posizioni estreme”. Cosi’ l’eurodeputato Giovanni La Via (Fi/Ppe).

“Sono d’accordo – spiega – sul divieto di alcuni oggetti, come le cannucce o i cotton fioc in platica, ritrovati spesso nelle spiagge, ma non concordo sulla decisione di vietare alcuni prodotti monouso come piatti e bicchieri, quando usati in circuiti chiusi, o in territorio con scarsa disponibilità di acqua. Alla fine il compromesso trovato riguarda solo i servizi effettuati nelle scuole e negli ospedali, fino al 2023, mentre sarebbe stato auspicabile che la deroga si estendesse a tutti i luoghi chiusi, in cui è presente un soggetto responsabile per lo smaltimento e il riciclo, considerato che in tutti questi casi non c’è rischio di inquinamento marino”.

“Adesso – prosegue La Via – puntiamo ai negoziati con il Consiglio, sperando che si arrivi ad alcuni correttivi che possano migliorare la posizione approvata oggi dal Parlamento Europeo. Le misure esageratamente restrittive, poiché l’inquinamento marino è determinato da questi oggetti monouso solo in minima parte, appaiono un limite troppo elevato rispetto agli obiettivi da raggiungere, un limite che può nuocere anche ai livelli occupazionali e alle nostre imprese leader nel settore, cosa che non dobbiamo consentire, attuando al contrario politiche moderne, che assicurino una transizione industriale e dei comportamenti. Buonsenso, prima di tutto”.

“Un risultato positivo arriva, invece – conclude La Via – con l’esclusione del divieto introdotto dalla relatrice belga Ries in aggiunta a quanto previsto dalla Commissione europea, per i sacchetti ultraleggeri. Una proposta che era in conflitto con la direttiva sui sacchetti di plastica da noi approvata nel 2015 sotto presidenza italiana, e che prevede la possibilità che essi siano inclusi in misure atte a ridurne il consumo e a misure economiche, come da noi in Italia, dove si pagano 2 centesimi, ma non vietati. Con il nostro emendamento si consente il loro utilizzo per ragioni igieniche”.

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