Siglato l’accordo tra Anas e il Senseble City Lab Consortium del MIT di Boston, per sperimentare la sorveglianza sui ponti con i sensori mobili. L’accordo, della durata di 3 anni, consentirà ad Anas di studiare l’applicabilità di sensori mobili, quali cellulari o dispositivi presenti nelle centraline delle automobili più recenti, oggetto di ricerca del MIT di Boston, per sorvegliare lo stato di salute di ponti e viadotti autostradali. La fase di sperimentazione inizia oggi e le prime installazioni saranno operative entro febbraio sulle autostrade del Grande Raccordo Anulare di Roma, una tra le arterie più trafficate d’Italia con picchi di 168.000 veicoli al giorno, e sulla A91 Roma-Aeroporto Fiumicino con oltre 100.000 veicoli al giorno. L’investimento complessivo del programma Smart Road Anas è di 1 miliardo e sarà messo in atto con una prima fase realizzata nei prossimi tre anni con un investimento di circa 250 milioni. Inoltre, in vista dei mondiali di sci di Cortina 2021, un Comitato Tecnico Scientifico di livello internazionale affianca Anas nella realizzazione del progetto Smart Mobility, orientato alla costruzione di un modello evoluto di mobilità intelligente in grado di gestire al meglio i flussi di traffico e migliorare la sicurezza stradale.
“Le Smart Road Anas sono una realtà ormai inserita nei programmi di Anas – ha dichiarato il presidente di Anas, Ennio Cascetta – Investiamo 250 milioni nel prossimo triennio e pensiamo a un investimento di 1 miliardo nei prossimi anni. La scommessa è quella di rendere le strade del futuro non solamente in grado di far circolare le auto del futuro e quindi con guida progressivamente più autonoma, ma anche strade più intelligenti nel senso di conoscere le condizioni del traffico, di mettere in moto una serie di interventi e misure per promuovere la sicurezza stradale”.
Il presidente ha spiegato che “siamo in una fase profondamente nuova dell’ingegneria e della gestione delle rete stradali in Italia e nel mondo. Abbiamo il doppio compito di mantenere e rendere più funzionali e sicure le strade che abbiamo ereditato dai 90 anni di storia dell’Anas e, al tempo stesso, far entrare queste strade nel futuro, che saranno fatte di fibra ottica e di silicio oltre che di cemento e asfalto”.
“Abbiamo lavorato in questi anni sui sensori che andremo a installare sul Grande Raccordo Anulare di Roma e spingeremo questa ricerca cercando di portarla oltre, utilizzando in particolare i sensori mobili in aggiunta a quelli fissi – ha spiegato l’Ad di Anas, Gianni Vittorio Armani – Questi, consentono una collaborazione tra diversi sistemi, tra cui quelli di intelligenza artificiale e big data. Complessivamente il progetto prevede 1.200 sensori fissi sul terreno, dove ci saranno tre infrastrutture principali che saranno monitorate con una progettazione specifica. A questi si aggiungeranno i sensori partecipativi quelli che collaboreranno con noi attraverso le app. Questo modello consentirebbe di avere una diffusione istantanea. Unendo le forze riusciremo a dare risultati importanti”. Per Carlo Ratti, direttore del Senseable City Lab Consortium del Massachusetts Institute of Technology (MIT) di Boston, “attraverso i dati dei cellulari potremo tenere sotto controllo lo stato delle infrastrutture. Ogni cellulare a un accelerometro dentro. L’unica cosa da fare è raccogliere tramite app questi dati generati in automatico. Una delle prime cose che vogliamo fare, è quella di usare questi dati per capire le condizioni del manto stradale e fare una mappa per capire dove intervenire. Nel futuro vediamo sensori di vari tipi che parlano tra loro, dove alcuni sensori più precisi e costosi verificano i dati di altri più estesi ed economici”.