GOVERNO, CONTE “BASTA INFORTUNI E TENSIONI”

“Sicuramente lo spread in rialzo complica parecchio le cose. Ho sempre pensato che i nostri giudici più severi fossero i mercati finanziari, non la Commissione europea. E così è…”. A dirlo, in un’intervista al Corriere della Sera, è il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, secondo cui: “Esiste una responsabilità verso il Paese, non solo verso l’elettorato e la gente dei social”.

“Quando una situazione è complicata bisogna mantenere il più possibile la lucidità. Sarei uno sciagurato se contribuissi a alimentare la preoccupazione”, aggiunge Conte, che sottolinea come di “dichiarazioni inopportune o sbagliate, di recente, se ne sono sentite molte. Ce ne sono state di assai più gravi contro l’Italia da esponenti della Commissione Ue di altri Paesi europei”.

“L’Italia – prosegue – non è stata messa sul banco degli imputati: mi permetta di dire che almeno questo sono riuscito a ottenerlo. Nessuno, nemmeno il presidente francese Emmanuel Macron e l’olandese Mark Rutte, capo della filiera nordeuropea più diffidente verso l’Italia, ci hanno messo le dita negli occhi. E la cancelliera tedesca Angela Merkel ci ha dato una mano”.

“Sarei disonesto se negassi la preoccupazione nella famiglia europea di fronte all’eventualità che passi il principio di poter violare le regole – ammette Conte -. Ma la lettera la conoscevo: me l’avevano mandata in anticipo perché potessi visionarla. Né escludo che terranno il punto. L’eventuale apertura di una procedura di infrazione contro l’Italia da parte dell’Europa, comunque, la possiamo gestire. È un processo, ci dà tempo per spiegare e dialogare”.

“D’altronde – prosegue Conte -, non possiamo disconoscere le istituzioni europee, e lunedì risponderemo alla Commissione. Ma la reazione dei mercati è più difficile da gestire. Le speculazioni finanziarie non le possiamo controllare. E certamente le tensioni politiche nella maggioranza non sono arrivate nel momento migliore…”.

“Il tema su cui far riflettere tutti è che queste tensioni non ci giovano: come coalizione ma soprattutto come Paese. Bisogna mostrare senso di responsabilità”. Secondo il premier, lo scontro su un condono dai contorni confusi e sconcertanti sarebbe nato da “un equivoco”. In merito alla riunione a Palazzo Chigi, Conte racconta che “l’articolo 9 ‘incriminato’ era in bianco, perché fino a un minuto prima avevamo parlato soprattutto dell’accordo politico. A un certo punto mi è stato passato un foglietto che doveva tradurre l’intesa in termini normativi. Ma non siamo vincolati a quella bozza. Vale l’accordo politico, non il contenuto di quel foglietto. Lo possiamo cambiare. Dunque, ora ristudierò bene ogni articolo, lo inquadrerò politicamente e lo riproporrò ai ministri perché trovino un compromesso. Purtroppo, la mia assenza da Roma ha fatto lievitare polemiche e sospetti nel momento meno felice”.

Il premier ammette di non escludere la possibilità di una ulteriore lievitazione dello spread: “Nessuno le dirà che da lunedì cala, essendo arrivato a certi livelli. Posso solo confidare che non succeda e lavorare perché non accada: anche invitando M5S e Lega a non dare pretesti. Non dobbiamo farci male da soli. A forza di infortuni, alla fine si perdono anche i consensi…”.

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