Una festa, tanti complimenti, alcuni moniti e un sogno: “Mi auguro che il mio successore nel 2022 possa avere la stessa opportunità, la stessa sorte avuta dal presidente Napolitano nel 2006”. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha voluto festeggiare con un auspicio il mondo del calcio italiano, salito a ranghi completi al Quirinale per celebrare il 120° compleanno della Federcalcio. Una festa importante, resa tale “dalla prospettiva di altri successi”, ha sottolineato il capo dello Stato. Nell’accogliere dirigenti (dal presidente del Coni Giovanni Malagò al commissario straordinario della Figc Roberto Fabbricini fino al presidente in pectore Gabriele Gravina e al numero uno dell’Uefa Aleksander Ceferin, ma anche tutti i presidenti delle altre componenti federali) e calciatori (non solo gli attuali nazionali guidati dal ct Roberto Mancini e le azzurre di Milena Bertolini, ma anche una folta rappresentanza dei campioni del mondo 1982 e 2006), Mattarella ha voluto fare i complimenti agli azzurri per la partita vinta ieri in Portogallo “con un ottimo calcio” e soprattutto alle ragazze per la qualificazione ai Mondiali del prossimo anno.
Il presidente della Repubblica ha però anche lanciato alcuni moniti ai club riguardo ai giovani e al rapporto con i tifosi. “I vivai non devono essere ambiti per ricercare guadagni finanziari futuri, ma luoghi per far emergere i talenti e diffondere lo sport tra i ragazzi – ha rimarcato il capo dello Stato – Bisogna cercare costantemente il punto di equilibrio tra interessi economici e sport, perché i primi non prevalgano sull’aspetto sportivo, che deve restare primario. E poi le società devono maturare un rapporto adeguato con le tifoserie: dovete trasferire entusiasmo, perché il calcio non deve mai comprendere aspetti legati all’ordine pubblico”. Mattarella ha anche richiamato l’importanza dell’unione e della collaborazione, un concetto sposato da Gabriele Gravina, che lunedì prossimo all’assemblea elettiva di Fiumicino si presenterà come candidato unico alla presidenza. “Noi stiamo lavorando perché la Figc trovi unione, ma bisogna trovarla anche nei soggetti istituzionali di riferimento – ha sottolineato l’attuale numero uno della Lega Pro mandando un appello al governo all’uscita dal Quirinale – Ci sono una serie di riforme che richiedono necessariamente anche l’intervento dell’esecutivo: ci farebbe piacere trovare anche la sponda delle istituzioni”.
Gravina ha inoltre condiviso la richiesta di investire negli stadi (“È nella piattaforma programmatica”) avanzata dal presidente dell’Uefa Ceferin, che ha voluto elogiare il calcio italiano lanciando al contempo segnali politici forti e suggerendo anche le soluzioni “per superare le recenti difficoltà della nazionale e una fase politica complessa. Voi possedete il genio e gli uomini giusti per superare queste difficoltà – ha sottolineato Ceferin, fortemente sostenuto nella scalata all’Uefa dalla passata governance della Figc – come Michele Uva”, ancora per pochi giorni direttore generale ma avviato verso l’uscita dopo l’insediamento del presidente Gravina. Uva resterà comunque vice presidente Uefa e Ceferin, nella festa per il 120° compleanno della Figc, ha assicurato “pieno sostegno al calcio italiano”, ma in cambio di una promessa: “Voi non avete bisogno di eroi, ma di compattezza e dell’impegno leale di tutta la classe dirigente per avviare il percorso di rinascita e riconquistare il ruolo di leadership che l’Italia merita”. Da lunedì prossimo, archiviata la festa, il compito spetterà al nuovo presidente Gabriele Gravina.
(ITALPRESS).