Svolta nelle indagini sulla morte di Maria Zarba, di 66 anni, la donna trovata riversa per terra, giovedì scorso, con il cranio fracassato, in una pozza di sangue, in via Gian Battista Odierna, a Ragusa. Fermato nella notte il marito, Giuseppe Panascia, di 74 anni. Il provvedimento e’ stato emesso dalla Procura. L’uomo, interrogato dal pm, si è proclamato innocente.
Il 74enne e la moglie da circa un anno non vivevano più insieme. Panascia, accusato di omicidio volontario, secondo l’accusa, avrebbe ucciso la moglie per contrasti sulla loro separazione.
E’ stato il nipote a indirizzare i poliziotti nella giusta direzione delle indagini, essendo a conoscenza che i nonni avevano un rapporto conflittuale da anni ed in particolar modo dopo la separazione legale intervenuta un anno fa.
Gli agenti che hanno fatto accesso sul luogo del delitto hanno subito constatato l’efferatezza dell’assassino nel commettere il reato. “L’accanimento sulla vittima – sottolineano gli investigatori – era evidente ad occhio nudo ed è stato poi attestato in atti dal medico legale, Giuseppe Iuvara, in sede di ispezione cadaverica condotta insieme alla Polizia Scientifica”.
La Squadra Mobile di Ragusa si è divisa in più team di lavoro. Un gruppo di investigatori si è occupato di ricercare le tracce elettroniche ed acquisire le immagini di videosorveglianza pubbliche e private. Grazie all’acquisizione di tutti i sistemi di videosorveglianza ed alla disponibilità dei proprietari di abitazioni private e strutture ricettive, i poliziotti sono riusciti a ricostruire tutti gli ingressi e conseguenti uscite di soggetti da casa della vittima e quindi dalla scena del crimine.
Nel contempo un team di poliziotti ha ascoltato presso gli uffici della Squadra Mobile i parenti, vicini di casa ed ogni altra persona che potesse fornire elementi utili alle indagini.
Dall’ascolto delle persone informate sui fatti è emerso che i due coniugi avevano da sempre un rapporto conflittuale e per questo la donna, circa un anno fa, aveva chiesto al marito di separarsi. Nonostante la separazione legale l’indagato avrebbe continuato a frequentare l’abitazione coniugale come se nulla fosse cambiato, ad eccezione di andare a dormire dalla madre ogni notte.
I rapporti sarebbero dinventati sempre più conflittuali e qualche giorno fa la donna avrebbe chiesto al marito di non fare più accesso in casa e di pagare le quote mensili concordate in sede di separazione. L’uomo, secondo quanto accertato dagli investigatori, non ha mai accettato la separazione e per questo motivo i litigi erano all’ordine del giorno.
La donna si sfogava telefonicamente con i figli che vivono tutti lontano per motivi di lavoro, tanto da essere abituati ai tristi racconti. Oltre alle dichiarazioni rese dai familiari e dai loro sospetti sul padre, gli investigatori hanno escluso la rapina ai danni della donna poiché non vi era alcun segno di effrazione ed in casa i pochi soldi presenti nella borsa della vittima e nella sua disponibilità erano ancora lì.
Dall’ascolto delle dichiarazioni dei vicini e delle persone che conoscevano la vittima è emerso che nessuno avrebbe mai potuto fare del male alla donna che da sempre era impegnata nel sociale aiutando i più bisognosi nonostante i suoi problemi di salute e le modeste condizioni economiche. Tutti descrivevano la vittima come una persona di ottime qualità morali e per questo nessuno le avrebbe voluto far del male ad eccezione del marito.
L’indagato, fermato nei pressi della casa della madre, è stato condotto presso la Questura di Ragusa dove ha fornito dichiarazioni fuorvianti e non concordanti con quanto subito accertato, negando ogni addebito. Nonostante le perquisizioni effettuate in ogni luogo nella disponibilità dell’uomo, l’arma del delitto (un oggetto contundente) non è stata ancora rinvenuta.
L’analisi delle tracce del reato è tuttora in corso e gli accertamenti tecnici effettuati dai biologi del Gabinetto Regionale di Polizia Scientifica (giunti appositamente da Palermo per l’analisi della scena di un crimine violento), richiedono qualche giorno, fanno sapere gli investigatori. Il pubblico ministero, Giulia Bisello, che coordina le indagini ha disposto l’esame autoptico sul cadavere della vittima.