“Il ‘Capocella’ è un titolo provocatorio, sia per le persone che sono al di qua del muro, sia per quelli che sono al di la del muro. E’ un testo in cui ho cercato di umanizzare il carcere. Non è un testo denuncia, ma un testo in cui ho trattato i valori importanti delle istituzioni, della scuola, del lavoro, della solidarietà. Un testo che fa riflettere e dà speranza, ma anche ricco di tratti umoristici”. Così l’autore del libro ‘Il Capocella (Homo Scrivens), Vincenzo Russo, parla del testo che stamane è stato presentato nella sala Nassirya del Consiglio regionale della Campania. “Dopo la pubblicazione di questo libro – aggiunge – la domanda che mi fanno tutti è: ‘ma lei è stato mai in carcere?’. No, non ci sono mai stato. Eppure sembra, a detta dei detenuti, che io abbia descritto così dettagliatamente la vita carceraria che tutti ritengono che questo racconto nasca da una mia esperienza in carcere”.
“Questo testo – commenta il consigliere regionale del Pd, Gianluca Daniele – ci dà l’occasione – dice – di parlare di una questione irrisolta, anche con uno spaccato umano, in cui viene evidenziato anche quello che le istituzioni devono fare per alleviare le condizioni di vita all’interno delle carceri. E ci dà allo stesso tempo il segno di quali sono i limiti della nostra società, che purtroppo alcune volte non riesce a garantire quelli che sono i diritti costituzionali, come studio e lavoro, per coloro che vivono una condizione di restrizione della propria libertà. Io sono stato sia al penitenziario di Poggioreale che di Secondigliano, e devo dire – prosegue – che le istituzioni in generale, e in particolare in questa legislatura la Regione Campania, hanno messo in campo diverse iniziative sul fronte della formazione. E’ chiaro che non basta, anche perchè in alcuni carceri le condizioni sono veramente incredibili, e penso che in questi casi serva tantissimo l’impegno dello Stato”.