Dopo un’annata favorevole, i primi sei mesi del 2018 mostrano una svolta negativa per l’agricoltura lombarda, dovuta all’accelerazione dei costi produttivi e al contemporaneo calo dei prezzi all’origine. Il peggioramento è maggiormente evidente nella zootecnia, complici i rincari degli animali da allevamento e dei mangimi: il lattiero-caseario e le carni suine mostrano in particolare cali significativi nelle quotazioni, che rimangono invece più stabili per le carni bovine; i cereali confermano una situazione difficile, anche per i risultati deludenti della campagna di raccolta dei cereali autunno-vernini, mentre il vitivinicolo beneficia di una significativa crescita dei prezzi e delle aspettative positive sulla vendemmia. Un campanello di allarme giunge dal rallentamento dell’export agroalimentare regionale che aveva fornito una spinta importante nel 2017.
I risultati emergono dall’indagine congiunturale sulla situazione del settore agricolo lombardo nel primo semestre 2018 di
Regione Lombardia e Unioncamere Lombardia, in collaborazione con le Associazioni regionali dell’Agricoltura.
Gli elementi di criticità che hanno penalizzato i risultati della prima metà dell’anno sono riconducibili all’impennata delle spese per l’acquisto degli input produttivi, sulla spinta dei rincari dei prodotti energetici, degli animali da allevamento e dei mangimi, e alla situazione di eccesso di produzione che caratterizza i mercati internazionali di alcuni prodotti importanti, determinando un effetto depressivo sui prezzi. A questi fattori, già previsti a fine 2017, si è aggiunto il rallentamento dell’export agroalimentare lombardo, che nei primi sei mesi del 2018 mostra un ritmo di crescita pari a meno di un quarto rispetto a quello evidenziato lo scorso anno (dal +8,8% al +2%). Il peggioramento, sia sul fronte dei prezzi che su quello dei costi, è stato più significativo per la zootecnia, che rappresenta gran parte dell’agricoltura regionale e che aveva guidato la precedente fase di crescita.
Analizzando con maggior dettaglio le risposte dei testimoni privilegiati, rimangono in prevalenza positive le risposte sul fatturato, ma l’indice sintetico evidenzia un brusco peggioramento passando dal +0,28 del quarto trimestre 2017 al +0,05 del primo trimestre 2018, per poi scendere in territorio negativo nel secondo trimestre (-0,02).
Anche per quanto riguarda la variazione delle spese per l’acquisto dei mezzi di produzione si può osservare nel primo semestre 2018 un progressivo e consistente peggioramento, che conferma la tendenza alla crescita costi di produzione già osservata negli ultimi due trimestri del 2017. Le risposte fornite dai testimoni privilegiati intervistati nel corso dell’indagine mostrano una netta prevalenza di indicazioni di aumento dei costi di produzione (40% nel primo trimestre 2018 e 50% nel secondo), quindi l’indice sintetico risulta decisamente positivo (+0,38 e +0,48) e in sensibile aumento rispetto a quelli del quarto trimestre 2017 (+0,30).
L’indice sintetico relativo ai giudizi dei testimoni privilegiati in merito all’andamento della redditività aziendale nel secondo trimestre 2018 risulta sostanzialmente nullo, anche qui però in progressivo peggioramento rispetto ai due trimestri precedenti (+0,05 nel quarto 2017 e +0,03 nel primo 2018). Va comunque sottolineato che prima della crescita evidenziata nella seconda metà del 2017 l’indice sintetico era in territorio negativo da molti anni. Ancora particolarmente positive nel secondo trimestre 2018 le valutazioni sull’andamento degli affari dell’azienda da parte dei suinicoltori (+0,27), ma risultano decisamente superiori alla media anche gli indici del comparto della carne bovina (+0,14) e del vino (+0,13), che fa registrare, unico fra tutti i settori, un netto miglioramento rispetto alla rilevazione del quarto trimestre 2018; rimangono decisamente negativi, invece, l’indice del settore cerealicolo (-0,19) e quello degli ortaggi (-0,10).