“Le ultime due inchieste delle forze dell’ordine e dell’Ispettorato del lavoro nell’area Metapontina raccontano dello spessore e dei contenuti dello sfruttamento dei migranti oltre al grado di connessione dei gestori locali della tratta delle braccia, della confisca della libertà e delle condizioni di vita con i caporali albanesi e rumeni”. Lo dichiara in una nota Pietro Simonetti, del Coordinamento politiche migranti e rifugiati della Regione Basilicata.
“Dagli alloggi fatiscenti, senza acqua ed energia elettrica e servizi igienici, al trasporto ed ai salari dimezzati, ai documenti sequestrati: ecco una realtà molte volte negata anche a livello territoriale.
Le azioni di questi giorni – prosegue Simonetti – mostrano la durezza delle condizioni di lavoro e di vita tante persone che contribuiscono allo sviluppo produttivo dell’intera Basilicata”.
“Nel Metapontino nel 2017 sono stati reclutati circa 14.000 migranti, una componente essenziale per il sistema agroalimentare.
Intanto sono aumentate le assunzioni regolari, cosi come nell’area del Bradano, ma persistono condizioni di grave sfruttamento che devono essere superate con l’iniziativa del Tavolo anticaporalato regionale e sulla base dei programmi predisposti nel prossimo biennio finanziati dalla Ue.
La repressione, come si vede in questi giorni, disvela un mondo fatto di soprusi e sfruttamento più volte indicato, e per certi versi negato, da quanti non vogliono modificare la situazione.
Ringraziamo le forze dell’ordine e dell’Ispettorato del lavoro – conclude Simonetti – impegnate in un duro lavoro ed anche chi ha avuto il coraggio di denunciare e segnalare soprusi, violenze e sfruttamento” conclude Simonetti.