UNIBA. PIU’ EFFICIENZA, ISCRITTI E RISORSE DISPONIBILI

Con un incremento pari a due milioni e mezzo di euro del Fondo di Finanziamento Ordinario, il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca ha premiato l’Università degli Studi di Bari, che si è confermata virtuosa e, quindi ha ottenuto risorse economiche in più nell’assegnazione del Fondo di Finanziamento Ordinario per il 2018. L’incremento, conferma il progressivo miglioramento che l’Ateneo barese ha registrato negli ultimi anni. “L’università di Bari in questi anni – ha detto il rettore, Antonio Uricchio – ha messo in campo politiche di risanamento finanziario, ha efficientato la propria macchina amministrativa, ha posto obiettivi che poi sono stati realizzati e soprattutto, anche attraverso politiche di attrazione, ha visto incrementare il proprio numero di iscritti. Tutto questo – ha spiegato Uricchio – ha consentito anche di migliorare quegli indicatori che sono oggetto di valutazione e che sono premiati attraverso il fondo di finanziamento ordinario. Un fondo Ministeriale – ha spiegato il rettore – sempre più costruito secondo obiettivi e parametri di virtuosità che il nostro Ateneo è riuscito a cogliere. Questo – ha sottolineato – ci ha consentito di incrementare di oltre 2 milioni, come quota base anche il fondo percepito lo scorso anno, e di essere addirittura oltre i 10 milioni in più rispetto a quello di 3 anni fa”.

In tre anni, il Fondo di Finanziamento Ordinario dell’Università di Bari è aumentato di circa 9 milioni di euro, passando dai 176,9 milioni del 2016 ai 183,3 del 2017 e ai 185,8 milioni del 2018, facendo registrare solo nell’ultimo anno, un incremento di  2,5 milioni di euro (+1,35%). A questa cifra, si aggiungerà la quota di circa 3 milioni di euro, che il MIUR assegnerà in corso d’anno, a favore della misura post lauream. 

“Un trend di crescita particolarmente positivo – ha spiegato Uricchio – che peraltro è anche salutato da un apprezzamento e da una valutazione positiva delle politiche messe in campo che è tra le più alte nel nostro Paese, cioè la quota premiale collegata a obiettivi realizzati o perseguiti – ha concluso – è stata senz’altro particolarmente significativa e rilevante (nel suo complesso ha fatto registrare, rispetto al 2017, un incremento di ben 4,5 milioni, confermando l’impegno dell’Ateneo al continuo miglioramento della propria produzione scientifica nel panorama italiano ed internazionale)”. 

L’incremento è dovuto in particolare al miglioramento registrato nelle politiche di reclutamento e nell’autonomia responsabile, che hanno determinato una maggiore assegnazione rispettivamente di 1,2 milioni e 1,1 milioni di euro. Molto positiva anche la quota relativa alla ‘no tax area’, che ha visto crescere l’assegnazione da 2,4 milioni di euro del 2017 a 4,1 milioni di euro di quest’anno.

Un risultato che premia la lungimiranza  dell’Ateneo che, nell’approvare il Regolamento sulla contribuzione studentesca per l’anno accademico 2018/2019, ha previsto il totale esonero dal pagamento delle tasse universitarie per fasce di ISEE fino a 18mila euro, oltre il tetto prescritto dalla normativa nazionale che è pari a 13mila euro. In questo modo, l’Università di Bari ha voluto salvaguardare, nonostante il minor gettito contributivo, pari a circa 4 milioni di euro, la possibilità di assicurare la frequenza dei corsi di laurea anche agli studenti le cui famiglie non sono in grado, economicamente di sostenerli. Ben 13 mila, gli studenti che possono oggi frequentare l’Ateneo barese gratuitamente, concorrendo all’incremento della quota di FFO correlata al costo standard. Un incremento che, apre nuovi scenari per l’Università. 

“Poter disporre di risorse aggiuntive – ha spiegato il rettore Uricchio – consente di poter apprestare anche quelle forme di utilizzo che siano idonee a rimettere in moto molte delle attività svolte. Quindi – ha continuato – pensiamo agli ambienti di studio sui quali abbiamo già fatto molti interventi e che vogliamo continuare. Pensiamo ai fondi della ricerca che sono stati incrementati, ovvero anche ai fondi per l’innovazione didattica. Quindi – ha concluso – attraverso maggiori risorse noi possiamo utilizzare al meglio le risorse che abbiamo e allargare anche lo spettro delle nostre attività”.

 

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