ARRIVA LA POLONIA, MANCINI TORNA NELLA ‘SUA’ BOLOGNA

Già 22.000 i tagliandi venduti per Italia-Polonia al Dall’Ara e vista la capienza ridotta a 26.000 posti in occasione del debutto azzurro in Nations League si va verso il tutto esaurito. Alla vigilia un Roberto Mancini molto emozionato torna nello stadio che lo ha fatto esordire 37 anni fa: “Domani sera, alla prima partita ufficiale con la Nazionale qui a Bologna, è chiaro che ci sarà un’emozione particolare”, racconta il ct. C’è pure spazio per due personaggi che lo hanno cresciuto da ragazzo: “Perani mi ha preso da ragazzo e Burgnich mi ha fatto esordire. Quindi sono persone molto importanti e non potrò mai smettere di ringraziarli”. Poi si entra nei temi azzurri, a partire dalla formazione: “E’ già decisa. Ma mi sembra giusto prima comunicarla ai giocatori, poi domani la vedrete anche voi. Ho tempo fino a mezzanotte per comunicare la lista. Criscito sta meglio, vedremo”. Nell’Italia ci sono giocatori come Balotelli con pochi minuti nelle gambe: “Mi preoccupa chi ha giocato meno – ha continuato Mancini – ma dopo tre giornate non sono tutti in grande forma, poi giocando due partite in tre giorni faremo molti cambi. Se poi qualcuno sarà stanco faremo cambi”. L’ex tecnico di Inter e Manchester City ha poi parlato dell’avversario: “La Polonia ha fatto un grande Europeo, una grandissima qualificazione e un Mondiale così così. Molti giocatori sono in Italia e li conosciamo. Ha cambiato l’allenatore ma i giocatori sono quasi tutti gli stessi con qualche giovane in più. Tra i giocatori più pericolosi Zielinski, che ha iniziato molto bene il campionato, Milik, Lewandowski che è il più conosciuto”. Che tipo di test rappresentano queste partite? “Sono molto importanti anche se è vero che l’obiettivo è la qualificazione agli europei – replica Mancini -. Giocare con squadre che stanno meglio è importante. Poi serve per trovare una migliore posizione nella lista per la qualificazione ai gironi per gli Europei”. Italia e Polonia sono due squadre che sono in difficoltà per diversi motivi: “Sono felice di aver preso l’Italia perchè abbbiamo giovani bravi con qualità tecniche che devono solo giocare. Forse la situazione dell’Italia è peggiore di quella della Polonia perchè non si è qualificata ai Mondiali. La Polonia, invece, parte da una base importante con uomini che possono giocare ancora molti anni”. Si è poi affrontata la tematica del modulo. Sarà ancora 4-3-3? “Dobbiamo cercare di partire da una base di ciò che abbiamo fatto a giugno. Poi il modulo non è così importante, ma fondamentale è l’atteggiamento. Se ci fosse un modulo certo, che fa vincere comunque, lo adotteremo sempre. Ma l’importante è pensare ad avere sempre un atteggiamento offensivo”. Poi la domanda su un torneo nuovo come questo: “Penso sia meglio giocare per i tre punti piuttosto che amichevoli. Specie per i giovani. L’asticella si alza proprio per i tre punti. E’ importante giocare e vincere questo gruppo, anche se ci sono sulla carta due squadre più forti di noi. Il problema maggiore è il gol? Lo è di tutte le squadre. Se non segni non vinci. Per questo bisogna giocare per attaccare. Deve essere la nostra mentalità. Non sarà subito facile ma ci dobbiamo provare. Non ci siamo qualificati non facendo gol alla Svezia, ma tutte le partite sono diverse. Dobbiamo avere questa mentalità”.
Al fianco del ct il capitano, Giorgio Chiellini. “Mi ritengo uno dei capitani della squadra, ma ci sono attualmente fuori giocatori come De Rossi e ‘Gigione’, che è ancora in attività. Spero di riuscire a dare una mano a questa squadra. Però ci sono tanti ragazzi bravi e giovani e posso aiutare chi ancora non ha calcato certi palcoscenici a farlo con continuità. Ma ho visto tanto talento e bisogna farlo crescere. L’obiettivo 100 partite in nazionale? Non mi sono mai posto limiti. Sono contento che il mister mi abbia chiamato. Se a ottobre non ci sarà più spazio per me sono contento lo stesso. Le 100 presenze sono un pensiero, ma non è prioritario. Sono qui perchè tengo alla maglia azzurra e questa avventura la vivo alla giornata”.
Infatti la decisione di tornare è stata ponderata…”Un mix di emozioni il ritorno a Coverciano. Domenica sera il pensiero alla Svezia c’era e per mille motivi non ero sicuro di tornare. Ma dalla mattina dopo l’ambiente mi ha trascinato. In questi giorni – dice ancora Mancini – si è respirato un clima sereno ma con tanta voglia di fare, senza pensare a quello che è stato. E’ giusto avere gli esperti, ma i giovani ti portano l’entusiasmo. Le considerazioni sull’opportunità di rivestire l’azzurro le ho fatte anche con Gigi o Leonardo. Ma per me la Nazionale non si può lasciare o rifiutare. Vivo alla giornata e spero di poter essere il più utile possibile. Non voglio essere un problemo. Spero di lasciare un’eredità ma fino a quando ci sono faccio tutto con grande entusiasmo”. Infine il ritono di Bonucci alla Juve: “Sono contento come amico. Con lui ho condiviso tanti anni assieme e giocare tutti i giorni assieme fa piacere. Inoltre tra club e nazionale viviamo in simbiosi e credo che fino a quando smetterò sarà così”.
(ITALPRESS).

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