IRRATI “USO DEL VAR SENZA CONTROINDICAZIONI”

“Ronaldo? Un grande calciatore, ma non devo dirlo certo io. Credo sia un valore aggiunto al nostro campionato, già molto bello e ricco di campioni. Stiamo tornando ad essere il campionato più bello del mondo”. Parola di Massimiliano Irrati, arbitro sabato di Juventus-Lazio, intervenuto ai microfoni di ‘Radio Anch’io Sport’, su Rai Radio1 per parlare anche della sua esperienza di ‘uomo-Var’ al recente Mondiale in Russia. “E’ stato incredibile, ho vissuto per un mese una realtà virtuale nella Var Room di Mosca – ammette il 39enne fischetto fiorentino, della sezione di Pistoia – E’ stato un momento di crescita, stress e tensione, ero consapevole che c’era un’attesa esagerata sul Var. Noi italiani eravamo abituati, nel 90 per cento del resto del mondo nessuno sapeva di cosa si trattasse e la sua applicazione. Un errore sarebbe stata una pessima pubblicità per chi aveva lavorato e investito tantissimo su questa tecnologia”. Anche davanti al monitor, Irrati non si è snaturato: “La serenità è una caratteristica del mio carattere e può essere utile in campo, distende gli animi con i calciatori. Serenità che penso di essermi portata nella Var Room di Mosca, e questo è importante quando tutto il mondo aspetta la tua decisione: farsi prendere dal panico non è consigliabile, calma e serenità possono solo aiutare”. Il mondo arbitrale, assicura, è compatto sul Var: “I fatti lo hanno dimostrato ampiamente. La prima volta che Rosetti iniziò a parlarci di questo due anni fa sembrava qualcosa di inapplicabile. Io ero dubbioso, pensavo  potesse trasformare il calcio in qualcosa di peggio ed ero molto scettico. In poco tempo mi sono ricreduto, il gioco effettivo è aumentato ed è migliorato il comportamento dei calciatori. Non ci sono controindicazioni a nostro avviso, chiunque abbia fatto o faccia l’arbitro non può non apprezzare un aiuto da fuori: prima l’errore si vedeva solo a partita finita, era una cosa assurda”. Ci sono tutti i presupposti, insomma, perché a breve la tecnologia sbarchi anche in Champions League: “C’è un’apertura (si parla di Var dai quarti di finale, ndr), un fallimento ai Mondiali avrebbe allungato i tempi per un suo utilizzo o addirittura l’avrebbe bocciato. Visto gli apprezzamenti arrivati da tutto il mondo e dall’Uefa, credo che nel giro di un anno sarà utilizzata anche lì”. Irrati si dice poi favorevole alle interviste agli arbitri a fine gara, purché “ci siano le condizioni”. Spiega: “Chi ci conosce sa che persone siamo, anche in grado di sostenere un’intervista senza problemi. Se però si parla solo di un episodio o del perché si sia favorita una squadra o l’altra, allora non è fattibile. Se invece si parla in maniera appropriata, non c’è alcun tipo di problema, da parte nostra c’è la massima apertura”. Anche davanti al Var non c’è sempre un’uniformità di giudizio: “In Serie A ci sono 21 arbitri, tutti diversi nell’intepretazione del calcio. Tutti lavoriamo nella stessa direzione ma la discrezionalità nell’episodio singolo resta. Ci sono situazioni che possono apparire chiare e evidenti a uno, e meno a un altro”. Secondo Irrati, poi, con  l’utilizzo del Var “è normale l’appiattimento nel giudizio. Da parte nostra c’è la volontà di fare di più del semplice controllo dell’area di rigore, io ho arbitrato per 22 anni senza il Var, con caratteristiche mie che mi porto dietro, nel dirigere in mezzo al campo e nel rapporto con i giocatori. Bisogna che l’arbito resti la figura centrale. Le immagini del Var proiettate sul maxi-schermo? E’ una forma di rispetto anche per chi va allo stadio e non resta a casa con tutti i comfort. Rischi per l’arbitro non ce ne sono, io non mi sono mai fatto condizionare dagli agenti esterni”. Infine, sul cartellino giallo a chi si toglie la maglia dopo un gol: “Applichiamo il regolamento. E’ vero che c’è una sorta di imbarazzo nell’ammonire, figurarsi se è il secondo cartellino… Forse è una regola da rivedere ma non dipende da noi”.
(ITALPRESS).

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