“Il Tar del Lazio ha riportato la mozzarella sulla retta via”. A dirlo il Presidente di Confagricoltura Bari/BAT Michele Lacenere alla notizia della sentenza con cui il Tribunale amministrativo ha liberato da ogni dubbio la Dop di Gioia del Colle: la Campania lamentava l’uso della parola mozzarella, ritenendola di sua “proprietà esclusiva”. Una tesi contestata dal ministero dell’Agricoltura e, ora, dal Tar: secondo i giudici non può sorgere alcuna confusione nei consumatori perché la mozzarella campana è realizzata con latte di bufala, mentre quella della pugliese con latte di mucca.
“Gli amici campani – ha aggiunto Lacenere – hanno una grande specificità nella Dop di bufala, la nostra è di vacca e vanta natali altrettanti illustri e origini altrettanto antiche. Abbiamo più volte sottolineato che il termine mozzarella si riferisce a una modalità di lavorazione della pasta filata e, quindi, non poteva essere abbinato al solo prodotto di bufala e la Puglia vanta una secolare tradizione di allevamento e lavorazione della pasta vaccina. La storia di alcuni caseifici di Gioia del Colle e Noci, in particolare i Capurso della Gioiella e il mastro casaro D’Onghia, ha giocato un ruolo decisivo nella diffusione del prodotto fresco su tutto il territorio nazionale mantenendo le caratteristiche di lavorazione locali. Spero che le due Dop possano divenire un riferimento del ricco firmamento agroalimentare che la Puglia e la Campania mettono a disposizione dei buongustai di tutto il mondo”.