La vittoria al Festival di Sanremo con “Non mi avete fatto niente”, in coppia con Ermal Meta, la partecipazione (sempre con il cantante di origini albanesi) all’Eurovision Song Contest a Lisbona, un concerto allo Stadio Olimpico della “sua” Roma e, ora, un lungo tour estivo. Gli appuntamenti e le soddisfazioni certo non mancano, ultimamente, per Fabrizio Moro. «È vero, è un periodo bello pieno e anche molto felice. Pensa che quando è terminato il Festival, le esigenze di mercato avrebbero voluto la pubblicazione di un album di inediti. Io, però, non avevo i pezzi pronti, quindi ho fatto uscire un “Best of”. Ma è stato bello lo stesso: mi sentivo finalmente in pace con me stesso, ero felice. Ora invece ho una gran voglia di tornare a scrivere e già qualcosa bolle in pentola». Ma non si parla necessariamente di sole canzoni: «Sto scrivendo un romanzo, che non ha nulla a che fare con la mia vita, anche perché non ho mai sopportato le biografie di cantanti ancora in vita. Sarà una bella storia di amore e di amicizia. Ma poi ho anche tanta nuova musica da scrivere».
E da suonare dal vivo: «I concerti saranno una specie di fotocopia, in dimensioni ridotte, del live all’Olimpico. Ci sarà la stessa scaletta, la stessa scenografia, le stesse luci. E ci sarà la stessa voglia di stare sopra un palco. D’altra parte, i concerti sono la parte più importante di tutta la mia vita».
Una vita con cui Moro sembra aver “fatto pace”: «Sì, agli inizi ero molto chiuso. Rifiutavo certe ospitate televisive, le interviste, perché ne ero intimorito, ma anche perché, in parte, le snobbavo. Ora invece ho imparato a essere più morbido: ho fatto pace con il lato più rigido del mio carattere e sono molto più solare rispetto a quando ho iniziato questo mestiere. Ci ho solo guadagnato. Anche perché il mio essere chiuso mi portava a non approfittare di certe occasioni: cosa che, naturalmente, mi provocava non poca frustrazione».