Dopo la crisi del 2009, le politiche di governo Trump hanno permesso all’economia statunitense di chiudere il 2017 con una crescita del PIL reale del +2,3%, la migliore finora registrata. La previsione per il 2018 del FMI è del +3% mentre per il 2019 +2,6%, in lieve rallentamento a causa dell’esaurimento dell’effetto positivo delle politiche fiscali.
L’Italia occupa il 5° posto come Paese fornitore dell’import statunitense di arredamento con una quota di mercato del 2,3%, preceduta da Cina, Messico, Vietnam e Canada. Paesi i cui prodotti – tutti sul segmento basso e medio-basso del mercato – non sono in competizione con quelli del design Made in Italy.
Attualmente l’export italiano di arredamento verso gli Stati Uniti pesa per il circa il 72% del totale esportato dalla filiera legno-arredo verso il Paese e registra una crescita del +1,8%.
Nel 2017 le vendite di mobili italiani verso gli Stati Uniti hanno superato il miliardo di euro, con una crescita del 4,6% rispetto all’anno precedente.
«Il mercato statunitense è di fondamentale importanza per i settori da noi rappresentati», commenta il presidente di FederlegnoArredo, Emanuele Orsini. Ora le aziende del legno-arredo sono messe seriamente a rischio dall’anticipazione dell’entrata in vigore di nuovo regolamento americano relativo agli standard di emissione di formaldeide dai prodotti a base legno di Epa (la Enviroment Protection Agency). L’entrata in vigore è stata anticipata rispetto alla data prevista (12 dicembre) a seguito di un’apposita ordinanza di una Corte statunitense, e pertanto, numerose aziende stanno bloccando le spedizioni per gli Stati Uniti di tali prodotti.
«Parliamo di 100 milioni di euro di merce in attesa di essere consegnata, innescando così una spirale negativa che va scongiurata. FederlegnoArredo sta lavorando al fianco delle istituzioni per stabilire un canale diplomatico efficace. Ora bisogna continuare a insistere su questa strada».