Sono state eseguite con successo alcune procedure di radiologia interventistica tra cui, per la prima volta a San Marino, una procedura di stenting carotideo e un intervento di posizionamento di endoprotesi aortica. Si tratta di operazioni complesse e realizzate attraverso la collaborazione tra più equipe e reparti ospedalieri che hanno coinvolto diversi professionisti dell’Istituto per la Sicurezza Sociale.
Entrambe le procedure sono state eseguite nelle sale operatorie dell’Ospedale di Stato, utilizzando strumentazione radiologica e con metodiche davvero poco invasive tali da consentire al paziente un migliore e più veloce recupero.
In particolare lo stenting carotideo consiste nel posizionamento di una rete cilindrica autoespandibile di lega di metallo (nitinol) per dilatare un restringimento – in gergo medico “stenosi” – della carotide interna e prevenirne l’occlusione e quindi la possibile insorgenza di ictus ischemico.
L’ictus è infatti una patologia che sta gradualmente sopravanzando le malattie cardiovascolari come causa di morte. Gli esiti dell’Ictus sono la prima causa di invalidità permanente, con pesanti conseguenze assistenziali ed economiche sulle famiglie dei pazienti colpiti e sugli Stati cui appartengono. In Italia si contano 200.000 nuovi casi all’anno. Nel 2010 l’Unione Europea ha speso, come costo assistenziale diretto ed indiretto, 63 miliardi di euro.
Il compito di un sistema sanitario pubblico avanzato è curare una patologia ma principalmente prevenirla, educando la popolazione sui fattori di rischio, su come riconoscerne i sintomi e su comportarsi quando si viene colpiti.
Nell’intervento effettuato all’Ospedale lunedì scorso Anziché procedere con un intervento chirurgico a “cielo aperto” sulla carotide del paziente, l’intervento di stenting ha previsto l’inserimento di un catetere partendo dall’arteria femorale con una semplice anestesia locale. La procedura utilizzata consente di ridurre notevolmente il rischio di complicanze come le embolie e di allargare il restringimento nella carotide grazie a un palloncino ad alta pressione.
Il secondo intervento, di endoprotesi aortica, ha riguardato invece il posizionamento di una protesi interna all’aorta sempre tramite l’utilizzo di speciali cateteri introdotti dalle arterie femorali. Il tutto anche in questo caso in anestesia locale. La procedura serve a trattare casi di aneurisma dell’aorta (una dilatazione patologia della più grande arteria del corpo umano) , evento che colpisce 84.000 italiani all’anno, soprattutto uomini, oltre i 75 anni, ipertesi e fumatori. Tale procedura mira a prevenirne la rottura dell’aorta, che causerebbe una copiosa emorragia con un elevatissimo rischio di morte del paziente.
L’intervento al nosocomio sammarinese ha previsto il posizionamento all’interno dell’aorta di una protesi composta da più elementi (formati da uno scheletro in lega metallica e una copertura in tessuto), che escludono dalla circolazione sanguigna la parte del vaso dove è presente l’aneurisma eliminando così il rischio di rottura. Anche in questo caso il trattamento è stato alternativo alla chirurgia tradizionale “a cielo aperto”, garantendo una minore incidenza di complicanze e di mortalità. Inoltre ha comporta una perdita di sangue trascurabile evitando di dover ricorrere a trasfusioni.
Entrambi gli interventi richiedono un breve ricovero, generalmente di uno o due giorni nel caso dello stenting carotideo e di alcuni giorni l’endoprotesi aortica, quasi mai in terapia intensiva.
I pazienti che sono stati sottoposti ai due interventi sono stati reclutati dal personale medico della unità di Chirurgia di San Marino diretta dal dottor Giovanni Landolfo. Gli esami di diagnostica per immagini preliminari alle procedure sono stati eseguiti dall’unità di radiologia diretta dal dottor Marino Gatti. In sala operatoria gli interventi sono stati eseguiti dal dottor Teodoro Meloni, da anni consulente di radiologia interventistica dell’Ospedale di Stato di San Marino, con il supporto del personale della sala operatoria, infermieri professionali e tecnico di radiologia, e l’assistenza del personale medico della unità di Anestesia, diretta dal dottor Nicolino Monachese.
L’istituto Sicurezza Sociale sottolinea che “tutte e due le procedure sono state eseguite grazie alle immagini ottenute con una apparecchiatura a raggi ‘X’ presente direttamente nella sala operatoria dell’Ospedale sammarinese attraverso a un sistema radiologico mobile multifunzionale. Questa tecnologia ha consentito di incrementare le procedure di radiologia interventistica eseguibili all’Ospedale di Stato, in termini di numero e soprattutto di complessità, ad assoluto beneficio dei pazienti”.