SANITÀ, LOMBARDIA ALL’AVANGUARDIA

Ad oggi sono 276 mila i cittadini lombardi che hanno aderito al nuovo modello di presa in carico del paziente cronico introdotto dalla riforma regionale della sanità. Di questi 149 mila hanno scelto un Piano di assistenza individuale (Pai) predisposto dal medico gestore. Sono alcuni dei dati emersi nel corso dell’evento intitolato “Innovazione e cure primarie, i numeri della presa in carico”, promosso da Motore Sanità con il patrocinio di Regione Lombardia, Lombardia Informatica e la Federazione italiana medici di medicina generale (Fimmg) Lombardia.

Grazie alla riforma regionale, dal 15 gennaio scorso i cittadini lombardi con patologie croniche hanno la possibilità di aderire al nuovo percorso di cura individuale che rimette al centro la persona, destinando agli ospedali il compito di occuparsi delle urgenze e dell’alta specializzazione. La riforma, è stato sottolineato, rappresenta il primo concreto tentativo di attuazione del Piano nazionale della cronicità e vede come attori fondamentali i medici di medicina generale lombardi organizzati in Cooperative. Un ruolo primario è ricoperto anche da Lombardia Informatica, la controllata della Regione Lombardia che in ambito sanitario gestisce, tra le altre attività, i servizi del Fascicolo sanitario elettronico.

“Lombardia Informatica ha iniziato con la fase preliminare di raccolta e analisi dei dati e prosegue tutt’ora con la gestione degli strumenti della sanità digitale”, ha detto Giorgio Caielli, presidente di Lombardia Informatica. “Abbiamo a disposizione una banca dati di più di dieci milioni di cittadini su una profondità storica di oltre 20 anni – ha aggiunto – è qualcosa di unico nel panorama italiano, tanto che le altre Regioni guardano al modello che abbiamo creato in questi anni. Continueremo a essere protagonisti in futuro perché la presa in carico è un modello che porta a fare rete e tende a mettere insieme le esigenze degli ospedali, delle Rsa, delle Rsd e dei Comuni e oggi mancano le infrastrutture che legano queste realtà. La nostra idea è quella di essere i promotori di linee guida che sono in grado di mettere in contatto questi mondi utilizzando le tecnologie messe a punto, sempre nel rispetto della privacy e della sicurezza informatica”.

Per Emanuele Monti, presidente della III Commissione Sanità della Regione Lombardia “è necessaria collaborazione, cooperazione e ascolto e Lombardia Informatica è centrale in tutto l’apparato sanitario regionale, ci sono delle problematicità da superare, che ovviamente fanno parte di un lavoro iniziale, ma riuscire a mettere a sistema questo nuovo modello di presa in carico con il patrimonio di dati e informazioni che abbiamo anche grazie all’enorme mole di lavoro fatto da Lombardia Informatica negli anni, permetterà di curare meglio i nostri pazienti”.

Nel frattempo la Regione Lombardia continua a implementare il nuovo modello di presa in carico. “La cronicità riguarda il 30 per cento della popolazione e assorbe gran parte delle risorse del sistema sanitario – ha detto Luigi Cajazzo, direttore Generale dell’assessorato al Welfare – una situazione che la Regione sta governando con il modello pro attivo di presa in carico del paziente nella sua complessità. Le cooperative dei medici di medicina generale che si sono formate stanno lavorando molto bene e il trend di adesioni è in continua crescita. Come ogni modello sperimentale può necessitare di qualche correttivo che assicuri una maggiore efficacia, stiamo lavorando con tutti gli attori del sistema per raggiungere questo obiettivo”.

Tra questi ovviamente i medici di medicina generale lombardi. “In questo momento è fondamentale rivalutare la figura del medico del territorio – ha dichiarato Silvestro Scotti, segretario nazionale Federazione italiana medici di medicina generale (Fimmg) – l’emergenza di questo Paese rimane l’invecchiamento e l’aumento della cronicità, quindi è necessaria una presa in carico a intensità assistenziale maggiore già a partire dal primo contatto con il cittadino, in questo modo, a esempio, si potrebbero ridurre gli accessi impropri in ospedale e le liste di attesa”.

 

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