DI MAIO E SALVINI CONTRO IL COLLE

“Non ci è stato permesso di fare il governo, eppure rappresentiamo circa il 60% die voti, siamo i vincitori delle elezioni. Eravamo pronti a governare e ci è stato detto no. Il problema è che le agenzie di rating erano preoccupate per un uomo che andava a fare il ministro dell’Economia? Allora diciamocelo chiaramente che è inutile andare a votare e che decidono sempre le solite lobby. È un livello di scontro istituzionale mai visto”. Lo dice il leader del M5S Luigi Di Maio in una diretta Facebook.

“Io sono stato un profondo estimatore del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella ma questa scelta per me è incomprensibile. Ora non lo so cosa succederà nei prossimi mesi – ha aggiunto Di Maio – il M5S c’è e ci sarà sempre ma è chiaro che con una consapevolezza totalmente differente”.

Poi in un intervento telefonico a “Che tempo che fa”, su Rai1, l’annuncio: “Io chiedo di parlamentarizzare questa crisi istituzionale, utilizzando l’articolo 90 della Costituzione, per la messa in stato d’accusa del presidente della Repubblica. Noi chiediamo di tornare alle elezioni, ma prima va discussa la messa in stato d’accusa del presidente. Parlamentarizzando la crisi istituzionale evitiamo anche atti, che scongiuro, nella popolazione”.

“E’ una bruttissima giornata per l’Italia e per la democrazia”, ha sottolineato il leader della Lega. “Abbiamo lavorato per tre settimane, per mettere insieme un programma di Governo, eravamo pronti a portare al presidente della Repubblica i nomi di tutti i ministri e io ero felice di andare domattina ad andare al ministero dell’Interno – ha sottolineato -. Un lavoro sfumato perchè il presidente della Repubblica non gradiva un ministro non gradito alla Germania, ai mercati, allo spread. Abbiamo lavorato per niente, per avere un Governo tecnico, siamo in democrazia o per l’Italia decidono i francesi o i tedeschi? E’ una roba incredibile, mi dispiace aver perso tempo. Potevano dircelo prima che sarebbe stato inutile il lavoro con i Cinquestelle”.

Si parla anche di impeachment, sia da ambienti del M5S che da un partito che non fa parte dell’alleanza del governo che non è nato, Fratelli d’Italia. “Non esiste mandare nel caos il paese per fini ideologici. Credo sia arrivato il momento per impeachment a Mattarella. È una strada obbligata e coerente”, afferma il deputato Cinquestelle Carlo Sibilia. “Non sono un costituzionalista ma reputo che il Capo dello Stato abbia superato le sue prerogative costituzionali. Tra l’altro, senza indicare alcuna via alternativa – prosegue -. Movimento Cinque Stelle e Lega rappresentano la maggioranza del Paese e faticosamente hanno trovato un accordo sulle idee e sulle gambe, cioè i nomi dei Ministri che avrebbero dovuto mandare avanti quelle idee. Mattarella si è arrogato il diritto di tagliare le gambe al popolo italiano. È a mio avviso inaccettabile e sfiduciato: va sfiduciato”.

“Si dice che il Presidente  della Repubblica Sergio Mattarella abbia messo il veto sulla nomina di Paolo Savona  a Ministro dell’Economia, se questa notizia fosse confermata avrebbe dell’incredibile – dice in un video su Facebook la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni -. Perché la verità è che non esiste alcuna norma della Costituzione italiana che consente al Presidente della Repubblica di rifiutarsi di nominare un Ministro solamente perché non ne condivide le idee. E se questo veto fosse confermato sarebbe drammaticamente evidente che il Presidente Mattarella è troppo influenzato dagli interessi delle nazioni straniere e dunque Fratelli d’Italia nel caso in cui questo veto impedisca la formazione del nuovo Governo chiederà al Parlamento italiano la messa in stato d’accusa del Presidente della Repubblica per alto tradimento a norma dell’articolo 90 della Costituzione perché di gente che fa gli interessi delle nazioni straniere e non degli italiani ne abbiamo vista fin troppa”. 

 

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