CAPOLAVORO DI FROOME AL GIRO D’ITALIA, YATES CROLLA

Un’impresa d’altri tempi, come ormai se ne vedono sempre più raramente nel ciclismo moderno. Nel giorno del tappone di montagna più atteso, quello con il Colle delle Finestre (Cima Coppi) ed il suo sterrato, Chris Froome si guadagna un posto nella storia del Giro d’Italia. A Bardonecchia, dopo 185 chilometri di fatica e spettacolo, il campione britannico del Team Sky arriva tutto solo e con la maglia rosa tatuata sul petto. Caduto a Gerusalemme, risolto sullo Zoncolan e discreto ma nulla più a cronometro, il quattro volte vincitore del Tour de France, in gruppo in questa stagione con la spada di Damocle della positività al salbutamolo all’ultima Vuelta, ha dato la paga a tutti i rivali, mettendo fine, dopo 13 giorni, all’epopea del connazionale Simon Yates (Mitchelton-Scott), alla fine 79esimo a 38″51″. Con le sue proverbiali ‘frullate’, Froome scappa a circa 80 chilometri dalla conclusione, salendo sul Colle delle Finestre, animando una tappa che poco prima aveva salutato Fabio Aru, ritiratosi senza aver mai lasciato un segno tangibile. L’anglo-keniano però ha voglia di far saltare il banco, mette la sua squadra a tirare e poi saluta con la sua classica pedalata. Nessuno gli resiste e comincia così una cavalcata verso un trionfo che fa tornare alla mente le avventure in quota di Marco Pantani. Yates affonda, Tom Dumoulin reagisce con criterio, salendo con il suo passo senza però trovare particolare collaborazione. Tirando le somme, l’olandese della Sunweb,  campione uscente e quinto a 3’23”, si salva perché ha ora solo 40″ di ritardo da Froome. Seconda piazza di giornata all’uruguaiano della Movistar e maglia bianca Richard Carapaz (+3’00”), terzo il francese della Groupama-Fdj Thibaut Pinot (+3’07”); settimo Davide Formolo (Bora-Hansgrohe) a 8’22”, undicesimo Domenico Pozzovivo (Bahrain-Merida) a 8’29”: il lucano soffre e lascia il terzo gradino del podio a Pinot. “Mai fatto un attacco cosi’ da lontano… – il commento di un soddisfatto Froome – Mi sentivo bene ma ero piu’ di tre minuti indietro. Sapevo che mancava tanta strada, per vincere questo Giro dovevo fare qualcosa di straordinario. Non potevo aspettare l’ultima salita, dovevo fare una pazzia: i cambi erano buoni e dietro non stavano bene”. Froome ricorda anche che, in questo Giro, “la partenza e’ stata molto difficile dopo la caduta, pero’ sempre il morale per il finale. Se avessi fatto tutto correttamente, sarebbe venuto il momento di scattare. E questo momento e’ arrivato oggi”. Domani si disputa la ventesima e penultima tappa, la Susa-Cervinia i 224 chilometri. Frazione alpina che propone quasi 4000 metri di dislivello interamente concentrati negli ultimi 90 km dove si scalano 3 salite di quasi 20 km ciascuna. Lungo avvicinamento quasi in costante ascesa da Susa verso Torino e poi attraverso le ondulazioni del Canavese per arrivare alla valle della Dora Riparia. Dalla zona di Ivrea si risale verso la Valle d’Aosta dove sono posti gli ultimi 90 km della tappa. Si scalano il Col Tsecore (16 km con lunghi tratti  oltre il 12% negli ultimi 4 km), il Col de St.Pantaléon (16.5 km al 7.2%) e infine la salita di Cervinia di 19 km al 5%. Il tratto più ripido si affronta poco prima e durante l’attraversamento del capoluogo comunale di Valtournenche. C’è spazio dunque per attaccare ancora prima della passerella finale a Roma.
(ITALPRESS).

Vuoi pubblicare i contenuti di Italpress.com sul tuo sito web o vuoi promuovere la tua attività sul nostro sito e su quelli delle testate nostre partner? Contattaci all'indirizzo [email protected]