Riforma dei contratti collettivi, formazione professionalizzante, salario minimo garantito, aumento del potere d’acquisto dei lavoratori. Sono queste le principali proposte contenute nel manifesto di intenti dell’associazione datoriale Conflavoro PMI, presieduta da Roberto Capobianco.
La Confederazione spinge anzitutto per la riforma dei centri per l’impiego attraverso la creazione di un’Agenzia nazionale per l’occupazione e lo sviluppo. L’ente non sarà soltanto un punto di incontro tra domanda e offerta di lavoro. Avrà, infatti, anche il compito di analizzare i fabbisogni delle aziende e di formare adeguatamente, in collaborazione con gli istituti scolastici, le università e le imprese, le nuove generazioni alle richieste del mercato. Dovrà, in definitiva, sostenere e promuovere la massima occupazione di tutti i lavoratori attraverso un percorso di qualificazione professionalizzante.
Un altro punto focale del manifesto di Conflavoro PMI è il raggiungimento di un maggior potere d’acquisto per i lavoratori, attraverso una riduzione del cuneo fiscale e previdenziale sul costo del lavoro, per rendere attrattivo il territorio italiano nella competizione internazionale. “Il benessere e la dignità della persona devono essere centrali nella società. Noi – evidenzia il presidente Roberto Capobianco – spingiamo inoltre per l’introduzione del salario minimo così come previsto dall’articolo 36 della Costituzione.
Si tratta di un impegno oggi preso anche dalle principali forze politiche italiane: la sua assenza causa dumping contrattuale e contrasti tra aziende e lavoratori, dunque va messo in atto al più presto. Garantirebbe, oltretutto, un’iniezione di fiducia nelle famiglie e nei nostri tanti giovani costretti a scappare all’estero”.
L’obiettivo finale da raggiungere per migliorare il sistema del lavoro, in ogni caso, secondo Conflavoro PMI è la riforma delle norme che regolano la contrattazione collettiva. “E’ essenziale valorizzare l’autonomia privata del tessuto imprenditoriale e dei lavoratori”, sottolinea il presidente Capobianco. “Ogni azienda è una realtà a sé stante e deve poter concludere accordi collettivi aziendali per occuparsi in prima linea dei principali aspetti della relazione lavorativa. In particolare – aggiunge – nei capitoli inerenti alla retribuzione, agli orari e all’organizzazione del lavoro stesso, così da avere la possibilità di anticipare e di adattarsi alle evoluzioni al rialzo o al ribasso del mercato”.