“La democrazia è il miglior antidoto che esiste contro la violenza”. Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, al Quirinale, nel suo intervento alla cerimonia per il Giorno della memoria delle vittime del terrorismo.
Negli anni di piombo, di fronte all’emergenza terrorismo, “si è compreso che vi sono momenti che richiamano a valori costituzionali, a impegni comuni perché non divisivi delle posizioni politiche, ma riferiti a interessi fondamentali del Paese, in questo senso neutrali”, ha sottolineato Mattarella, che in precedenza aveva reso omaggio in via Caetani alla lapide che ricorda il ritrovamento del corpo senza vita di Aldo Moro.
“Abbiamo appreso che la democrazia non può mai dirsi conquistata una volta per tutte e che vince quando non rinuncia a se stessa, ai principi di civiltà che la sostengono, alla libertà e al diritto. Abbiamo appreso che ci sono momenti in cui l’unità nazionale deve prevalere sulle legittime differenze”, ha detto ancora il capo dello Stato.
Per Mattarella “cercare la verità è sempre un obiettivo primario della democrazia. La verità è inseparabile dalla libertà. Tante verità sono state ricostruite e conquistate, grazie anche all’impegno e al sacrificio di servitori dello Stato, mentre altre non sono ancora del tutto chiarite, o sono rimaste oscure. Non rinunceremo a cercarle con gli strumenti della legge, e con un impegno che deve essere corale. Questa ricerca deve accompagnarsi alla riflessione e al confronto sulle radici sociali, ideologiche del terrorismo – ha aggiunto il capo dello Stato -. All’opposto dei regimi autoritari, la democrazia ha sempre bisogno di sapere, di coinvolgere, di scavare nella realtà, di portare alla luce e non di occultare. Di avere la verità. Tanta strada si è fatta. Nelle attività di indagini, nei processi giudiziari, nel lavoro giornalistico e pubblicistico, nell’approfondimento storico e culturale. In questa giornata, è giusto sottolineare che il percorso va proseguito insieme. I familiari delle vittime hanno dato un grande contributo per avviare la nostra società a una ricostruzione che svelasse le responsabilità, le possibili connessioni con interessi esterni al nostro Paese, le complicità, i disegni e gli obiettivi criminali. La sofferenza dei familiari è stata tradotta, nelle Associazioni a cui hanno dato vita, nell’impegno civile che ha aiutato la crescita di una consapevolezza collettiva”.