Le previsioni economiche di primavera, pubblicate oggi, offrono stime migliori rispetto alle precedenti sui conti pubblici italiani. Il Prodotto interno lordo (Pil) è atteso in aumento dell’1,5% nel 2018 e dell’1,2% nel 2019, con un andamento invariato rispetto alle carte prodotte dall’esecutivo comunitario a febbraio. Migliora invece lo sforzo di riduzione del debito pubblico, ora considerato al 130,7% in rapporto al Pil a fine anno (era 130,8% nelle ultime previsioni), e al 129,7% nel 2019 (contro il 130%). Bene anche il deficit nominale: per 2017, 2018 e 2019 è previsto, rispettivamente, al 2,3%, all’1,7% e all’1,7% in rapporto al Pil (le ultime stime Ue indicavano 2,1%, 1,8% e 2% rispettivamente).
Le previsioni della Commissione europea si basano sull’assunto di “politiche invariate”, vale a dire il proseguimento di quanto fatto finora. “L’economia si trova oggi in forma molto migliore grazie agli sforzi dei governi”, sottolinea il commissario per gli Affari economici, Pierre Moscovici, che non entra nel merito delle questioni politiche italiane. Tuttavia il rapporto della Commissione mostra inquietudini per l’attualità nazionale.
“L’incertezza politica è diventata più pronunciata e, se prolungata, potrebbe rendere i mercati più volatili e incidere sul clima economico e sui premi di rischio”. Si chiede di formare un governo, in sostanza. Per il prossimo esecutivo le indicazioni di Bruxelles sono attese il 23 maggio, quando la Commissione pubblicherà il pacchetto economico comprendente le raccomandazioni specifiche per Paese e l’analisi dei programmi di stabilità. L’Italia si era impegnata a correzioni strutturali del deficit per lo 0,3% del Pil, ma “secondo le nostre stime ci attendiamo uno sforzo di correzione pari a zero”, ammette Moscovici.
Mef: “Commissione conferma Pil e occupazione in crescita”
“Le stime sull’andamento dell’economia per il 2018 della Commissione Ue, confermano quelle recentemente pubblicate dal Governo italiano: una crescita dell’1,5% sull’anno precedente (nel 2017 si è già registrata per l’economia italiana una crescita di pari intensità rispetto al 2016). La stima sul 2019 è invece più contenuta rispetto a quella del Governo: +1,2% (nel DEF è previsto +1,4%)”, commenta in una nota il ministero dell’Economia e delle Finanze, sottolineando come “la Commissione attribuisca la crescita in buona parte all’andamento vivace degli investimenti nel settore privato, stimolati dalle agevolazioni fiscali. Investimenti che potrebbero indurre un incremento della produttività e del PIL oltre le previsioni (sul fronte dei rischi per la crescita, invece, il rapporto della Commissione cita l’incertezza sulle politiche per il futuro). Per quanto riguarda l’occupazione, la Commissione registra la continuazione della tendenza positiva avviata nel 2015, con crescenti livelli di occupazione riconducibili anche agli incentivi per le nuove assunzioni di giovani lavoratori, mentre una crescente partecipazione al mercato del lavoro determina una contenuta discesa del tasso di disoccupazione (11% per l’anno in corso e 10,6% per il 2019). Sul fronte delle finanze pubbliche – prosegue la nota del Mef -, la Commissione apprezza la discesa del deficit all’1,7% del Pil per l’anno in corso (1,6% nelle stime del Governo) coerente con l’incremento dell’avanzo primario all’1,9%, e per il debito stima una ulteriore discesa in rapporto al Pil rispettivamente al 130,7% e 129,7% per il biennio 2018-2019 (le stime del Governo sono rispettivamente 130,8% e 128,0%)”.
“Anche per la Commissione, quindi, il rapporto debito-Pil si è stabilizzato tra 2015 e 2017 (dopo sette anni di significativi incrementi, dovuti prevalentemente alla profonda doppia recessione), e nel periodo oggetto di previsione (2018-2019) tenderà a un calo significativo. Il deficit strutturale rimarrebbe invariato tra 2017 e 2018, secondo le stime della Commissione, mentre il Governo ha stimato una riduzione di un decimo di punto percentuale nel 2018, a partire da un saldo 2017 migliore delle stime precedenti. È opinione del ministero dell’Economia e delle Finanze che la contabilità definitiva del 2018, che potrà essere apprezzata soltanto nella primavera 2019, mostrerà un andamento in linea con le regole europee”, conclude la nota.