Paganico Sabino, Volta Mantovana e Carloforte. E’ in questi tre borghi che andrà in scena il fine settimana delle sagre tra riti arcaici, produzioni di altissima qualità e ricette che affondano le proprie radici in un passato lontano.
Si parte dal Lazio e dal “Calendimaggio”, la ricorrenza tipica della tradizione contadina che nei secoli passati salutava l’arrivo della buona stagione dopo il rigido inverno; a Paganico Sabino, caratteristico paese della Valle del Turano in provincia di Rieti, l’appuntamento sarà riproposto in occasione della Festa dei Lavoratori insieme alla “Sagra dei Vertuti”, una prelibata zuppa primaverile a base di legumi e cereali. Alle 11.30 sarà rievocato il “Kalènnemàju Paganichese”: gli abitanti del posto immergeranno tre ghiere di noci in un bicchiere colmo di vino pronunciando “San Félìppu e Jàku, faccio a Kalènnemàju, se mòro affonno, se nò ritorno”; se le noci resteranno a galla, quella in arrivo sarà un’ottima stagione per il raccolto. Sarà poi festa anche in tavola con la “Sagra dei Vertuti”, una zuppa di legumi e cereali – fagioli, ceci, fave, grano e granturco – aromatizzata con foglioline di timo selvatico e condita con l’olio d’oliva della Sabina, da gustare insieme ai maccheroni al pomodoro, alle salsicce, alle bruschette e a un buon bicchiere di vino. I prodotti tipici della zona saranno in bella mostra negli stand e i visitatori – che avranno a disposizione anche un comodo servizio gratuito di bus navetta – potranno visitare il Belvedere della Rocca, seguendo il percorso pilota dalla Torre Portaia.
Spostandosi invece in Lombardia, dal 28 al 30 aprile tornerà a Volta Mantovana l’appuntamento con la Mostra nazionale dei vini passiti e da meditazione: tre giorni di degustazioni guidate alla migliore selezione di vini passiti delle regioni italiane e non solo, e ai loro abbinamenti con cioccolate, formaggi e sigari. Il tutto in una location di grande fascino, le sale del cinquecentesco Palazzo Gonzaga con le sue scuderie, i giardini all’italiana e un’atmosfera ricca di storia, cultura e divertimento; i più curiosi potranno farsi avvolgere dalla magia di questo luogo partecipando alle visite guidate al Palazzo, alle cantine, alle mura del castello, alle torri e al Museo della Convivialità nel Rinascimento, mentre i ristoranti convenzionati presenteranno un menù tipico per l’occasione, rigorosamente a tema.
Tra la mostra mercato di prodotti tipici, arti e mestieri, i laboratori, gli spettacoli gratuiti e le degustazioni, il cus cus tabarchino sarà infine protagonista il 28 e il 29 aprile a Carloforte, splendido angolo della Sardegna meridionale. Si tratta di una ricetta a base di semola cotta a vapore, aromatizzata con verdure e spezie, nota anche come “Cascà di Carloforte”: un piatto chedescrive al meglio l’anima e la storia di questa popolazione di origine ligure, che lasciò Pegli per fondare una colonia sull’ isola di Tabarka, a due passi dalle coste tunisine, ma dalla quale venne scacciata venendo accolta sull’isola di San Pietro, in Sardegna.