La simulazione di un processo per mafia, lezioni di formazione nelle scuole o campagne di sensibilizzazione per riconoscere le organizzazioni criminali. Questi sono alcuni dei progetti che gli studenti di 17 atenei hanno esposto nel corso dell’evento «Le Università per la legalità», giunto alla sua seconda edizione e organizzato dalla Fondazione Falcone.
Nell’aula magna dell’Università la Sapienza di Roma, le delegazioni universitarie si sono alternate agli interventi di Francesco Minisci, presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati; Eugenio Gaudio, Rettore dell’Università La Sapienza; Maria Falcone, presidente della Fondazione Falcone, e Federico Cafiero De Raho, Procuratore nazionale antimafia.
«Giovanni diceva che per vincere la mafia si doveva cambiare la società, attraverso un salto generazionale. Bisognava poter educare i giovani e, in questo, ho scelto la mia via parlando ai giovani del suo amore per la patria, per le istituzioni. Quest’aula rappresenta la volontà dei giovani che si sono organizzati da soli. A loro passo il testimone, perché sono sempre un passo avanti. Grazie!», ha detto Maria Falcone nello spiegare alla platea il suo impegno in memoria del fratello.
Il procuratore De Raho ha invece invitato gli studenti a essere protagonisti nella lotta alle mafie: «Sarete baluardi di legalità in una società in cui le mafie sono ancora troppo forti». Il procuratore, elogiando gli impegni di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino anche a livello normativo, ha sottolineato i passi in avanti fatti grazie agli attuali strumenti giuridici, denunciando come «non avere una legislazione uniforme consente alle mafie di proliferare in altri posti».
“Le mafie – ha spiegato Minisci – sono oggi meno violente ma più subdole, alterano il sistema economico attraverso l’introduzione di capitali e l’inquinamento di settori della pubblica amministrazione, espandendo i loro interessi fuori dalla regione d’origine come testimoniano Cosa Nostra e ‘Ndrangheta», ricordando agli studenti l’importanza della coesione.
«La compattezza è la nostra forza. Dobbiamo marginalizzare i fenomeni mafiosi. Anm e magistrati saranno sempre al vostro fianco in questo percorso. Se il futuro sarà roseo dipende da noi».
Gli studenti provenienti da Napoli, Genova, Perugia, Palermo, Cagliari, Foggia, Brescia, Milano, Bari e Roma hanno affrontato la lotta alla mafia da differenti punti di vista.
«Legalità e giovani devono costituire un binomio inscindibile», ha ricordato il Rettore Gaudio, che ha passato idealmente il testimone all’Università di Genova che ospiterà la prossima edizione.