Lungro, Civita, Spezzano Albanese, San Demetrio Corone, Caraffa di Catanzaro, San Nicola dell’Alto sono solo alcuni dei tanti comuni calabresi dove ancora oggi vive la cultura arbëreshë. In Calabria, i centri di minoranza albanese si concentrano per la maggior parte in provincia di Cosenza, ai piedi del Pollino, ma diversi sono i borghi italo-albanesi che ricadono nelle province di Catanzaro e Crotone.
Il turismo in questi luoghi è legato soprattutto alla cultura e alla religione. Le comunità arbëreshë non si distinguono solo per la lingua, tramandata dagli antenati provenienti dall’Albania e stanziatisi in Calabria nel XV secolo per fuggire dai Turchi; in esse spiccano cultura, tradizioni e riti che rendono la quotidianità un’attrazione turistica. Lungro (CS) è il cuore della religiosità arbëreshë, dal momento che da circa un secolo è riconosciuta dalla Chiesa quale sede dell’Eparchia dove le funzioni sono celebrate con il rito greco-bizantino.
Le diverse manifestazioni della tradizione religiosa e pagana sono vestite di una spiritualità che fonda le sue radici in comunità coese. Questi paesi si prestano ad essere meta per il turismo religioso e culturale: gli eventi organizzati nei diversi periodi dell’anno sono connessi a cerimonie e festività religiose ma anche a riti civili, come le suggestive rievocazioni storiche in ricordo dell’eroe albanese Scanderbeg che si svolgono ogni anno a Lungro e a Civita.
“Da un po’ di tempo assistiamo alla riscoperta di Lungro e degli altri borghi”, dichiara Anna Stratigò, ambasciatrice della musica arbëreshë e fondatrice della “Casamuseo del Risorgimento” di Lungro, un palazzo dove i ricordi di diciassette generazioni di italo-albanesi accolgono turisti e visitatori e in cui ha sede anche “La casa del mate”, dedicata ad un infuso simile al tè originario dell’America del sud, entrato nella quotidianità della comunità locale.
“A Lungro si beve il mate ogni pomeriggio da più di cento anni. La nascita della tradizione non è chiara – spiega Anna Stratigò – forse deriva dai legami della città con Garibaldi durante il Risorgimento oppure potrebbe essere stata portata dagli emigranti in Argentina, di ritorno a Lungro. Il rito del mate è tra le più importanti tradizioni del paese perché tiene viva la cultura arbëreshë, serve per stare insieme, socializzare e mantenere unita la comunità. È un rito speciale presente solo a Lungro, che per questo è detta Capitale del mate. Gli abitanti del luogo, con la loro celebre ospitalità, accolgono i turisti offrendo questa bevanda, simbolo della pace”.
A Civita (CS), il borgo delle case antropomorfe e dell’antico “Ponte del diavolo” sospeso nel vuoto, le “vallje” sono considerate elemento fondante dell’identità locale e un’importante attrazione turistica. Si tratta di una danza appartenente al patrimonio coreografico albanese che viene riproposta ogni anno dai civitesi, soprattutto nel periodo di Pasqua. Molti turisti sono attirati dalle vallje perché presentano un’atmosfera magica e simbolica. Sono danze che ricordano la vittoria albanese contro i turchi e sono spesso accompagnate da canti intonati da donne e uomini vestiti con abiti tradizionali e spesso originali. I turisti, oltre ad assistere alle rappresentazioni, vi prendono parte. ,,Secondo la ProLoco di Civita, infatti, “la manifestazione ha una vasta partecipazione, il popolo non assiste alla vallja ma la forma, è attore e vi partecipa in prima persona. Non si tratta di una variante della tarantella calabrese ma di una danza dal colorito originale che ci richiama i ritmi sostenuti e fieri che ancora oggi trovano riscontro nelle danze dei montanari dell’Albania. Con le Vallje, la popolazione arbëreshë rimane così collegata idealmente al suo passato epico”.
Le comunità dell’Arberia calabrese permettono ai turisti di vivere esperienze uniche: i viaggiatori sperimentano un’altra dimensione, alla ricerca di spiritualità e cultura.