Dopo aver partecipato all’ultimo Festival di Berlino, Rupert Everett arriva in Italia per presentare il suo primo film da regista, The Happy Prince. Prodotto dalla Palomar di Carlo Degli Esposti e distribuito da Vision Distribution dal 12 aprile in più di 150 copie, il film narra l’ultima fase di vita di Oscar Wilde. “Ho sempre voluto interpretare io Oscar Wilde – dice Everett – Ho scritto la sceneggiatura 10 anni fa e c’è voluto tutto questo tempo per trovare i soldi. Ringrazio Palomar per averne prodotto una parte. Se avessi scritto questo film quando ancora ero famoso, forse avrei avuto più sostegno economico”. Everett come Wilde: “se lavoravi in un mondo come quello del cinema che è, o almeno prima lo è stato, aggressivamente eterosessuale, dovevi sempre scendere a compromessi se eri gay e prima o poi finivi con lo scontrarti contro un muro. Forse oggi la situazione è cambiata, ma negli anni 80’ e 90’ è stato così e Oscar Wilde è stata una grandissima fonte di ispirazione. Ricordo che a Londra negli anni 70’ essere omosessuale era legale soltanto dal 1968 quindi nella mia situazione ho ripercorso un po’ le orme di Wilde”.
“La storia di Oscar Wilde, un uomo che viene distrutto solo perché omosessuale – aggiunge – è purtroppo ancora attuale. Molte persone vengono ancora distrutte in Russia, in India e in Cina, dobbiamo stare tutti molto attenti e vigilare”.
C’è molto cinema italiano del passato nell’estetica dell’Everett regista che cita Visconti e Zeffirelli: “Considero Morte a Venezia di Visconti uno dei miei film preferiti in assoluto ed il mio viaggio nel cinema italiano è partito con l’assistente di Visconti, Zeffirelli, che a scuola ho conosciuto con Fratello Sole sorella luna”.
THE HAPPY PRINCE, RUPERT EVERETT “IO COME WILDE”
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