Gualtieri “Roma piange il suo vescovo, una guida ferma e gentile”

ROMA (ITALPRESS) – Nel corso dell’Assemblea Capitolina, presieduta dalla Presidente Svetlana Celli, si è svolta una commemorazione in ricordo di Papa Francesco, al quale ha preso parte il Sindaco di Roma Roberto Gualtieri e durante la quale è stato osservato un minuto di silenzio.

“Roma piange il suo Vescovo, la sua guida ferma e gentile. Un uomo con il quale era bellissimo parlare di tutto, dal quale imparare e trarre forza e incoraggiamento”, ha dichiarato Gualtieri ricordando la “perdita di una persona straordinaria. Un grandissimo punto di riferimento. Abbiamo potuto vedere quanto fosse grande nei romani e nelle romane l’affetto per il proprio vescovo in questi giorni con le lunghe file per la Basilica di San Pietro, con i funerali, con il bellissimo saluto corale lungo le vie della città nel corteo di sabato e con il pellegrinaggio alla sua Basilica di Santa Maria Maggiore”, per cui ha assicurato, “lavoreremo con grande impegno affinché questo omaggio, che proseguirà, possa avvenire nel modo migliore”.

“Il magistero di Papa Francesco ha toccato tutti i romani. Le immagini del suo feretro che attraversa Roma resteranno nella storia al pari di quelle di sua santità che prega sotta la pioggia in una Piazza San Pietro deserta nei giorni di paura della pandemia”, ha ricordato Gualtieri.

“Queste immagini sono la testimonianza viva di un legame profondo, perché per noi romani Papa Francesco è stato un grande dono con la sua capacità straordinaria di stare con le persone, in particolare nei punti dolenti della città”.

Di fronte ai presenti all’Assemblea il Sindaco ha continuato: “Il dolore per la morte di Papa Francesco segna profondamente tutti noi. Anche in questo momento di tristezza, tuttavia, ha saputo lanciare alla nostra comunità un fortissimo messaggio positivo, lasciandoci nuovi doni estremamente preziosi. Penso alla serenità con la quale ha affrontato la sua malattia. Un eccezionale esempio di dignità, di generosità e rispetto per la vita. E anche questo ultimo insegnamento resterà patrimonio di questa città”.

Il discorso del Sindaco è poi entrato nel dettaglio facendo riferimento a diversi aspetti che hanno caratterizzato il pontificato di Bergoglio “In un tempo di incertezza e profonde ingiustizie, di ritorno impetuoso delle guerre, la voce dolce di Papa Francesco è stata fonte di fiducia e speranza, richiamando tutti noi a un impegno comune per la pace e il dialogo, ad agire nel cuore della società per realizzare segni concreti di inclusione e attenzione agli ultimi, ai fragili, agli indifesi, azioni di amore e rispetto per la Terra che ci ospita, nella convinzione radicata che la cura per il creato rappresenti davvero l’unica garanzia per il futuro dei nostri figli. In questo senso l’ecologia integrale dell’enciclica Laudato si e il paradigma della fraternità, come condizione per la salvezza dell’umanità, della Fratelli tutti rappresentano una grande spinta a quanti hanno deciso di camminare insieme, rifiutando l’indifferenza, la paura, la resa a logiche di guerra e di ingiustizia”.

“Papa Francesco ha dato uno straordinario impulso a rimettere al centro della riflessione collettiva un grande tema comune che lega il cristianesimo alle grandi correnti del pensiero politico moderno e contemporaneo: l’attenzione verso gli emarginati, verso gli ultimi e gli oppressi. Lo ha fatto in maniera innovativa, cogliendo l’eccezionalità di una fase storica di enorme fragilità, nella quale vengono messe a rischio anche conquiste dell’umanità pagate con anni di impegno individuale e collettivo e ci si propongono nuove sfide vitali, a partire dalla necessità di contrastare una crisi ambientale dagli effetti potenzialmente disastrosi e un’idea di sopraffazione tra nazioni che è portatrice solamente di abusi, sfruttamento, conflitti e morte. Questa continua volontà di incidere concretamente sull’esistente, espressa in maniera fermissima, seppure con parole sempre semplici e garbate, ha trovato al centro anche questa nostra città”.

Roma e i romani, appunto, ai quali il Papa, ha affermato Gualtieri, “ha voluto davvero bene”, facendo riferimento in primis a “quelli più fragili. È stato uno dei temi che tornavano più spesso nei nostri incontri privati. Proprio perché Papa Francesco amava questa magnifica città, ci chiedeva di renderla migliore, di risanare le sue tante ferite e porre rimedio alle sue tante ingiustizie. Oggi, a Giubileo ormai avviato, continueremo a fare il possibile per rispondere alle sue aspettative. Da una parte dando continuità all’opera di trasformazione e ai cantieri materiali progettati per il Giubileo. Dall’altra, impegnandoci anche nella realizzazione di quei cantieri immateriali, quei ‘segni concreti di speranza’, a cui ci ha chiamato il Papa attraverso questo appuntamento universale: una spinta fondamentale ad agire, ciascuno secondo il proprio ruolo, per promuovere l’inclusione, la fratellanza e la pace e riuscire a raggiungere la coscienza di tutti. Penso all’impegno per dare risposte reali alla crisi abitativa che colpisce tante famiglie romane e, soprattutto, all’attenzione verso quel popolo di invisibili che sono le persone senza dimora, verso le quali il Papa ha mostrato sempre un’enorme sensibilità”, ha affermato il Sindaco ricordando, le donazioni di Bergoglio, e la lettera dello scorso anno con la quale chiese alle realtà diocesane di mettersi a disposizione per l’accoglienza.

“Con Papa Francesco, Roma e la Chiesa hanno intrapreso un percorso comune, che ora proseguirà. Come in altri momenti, la Chiesa fu determinante ad aprire i nostri occhi sulle parti dimenticate della città e sui Mali di Roma”, ha detto ancora Gualtieri citando il convegno del 1974, “Papa Bergoglio ci ha chiesto di interrogarci sul destino di quegli individui e quelle comunità urbane che vivono in condizione di povertà, in quartieri senza servizi, privi di centri di aggregazione, scuole, lavoro. Anche grazie a questa fondamentale spinta, stiamo cercando di intervenire sulla città con progetti che non sono solo urbanistici, ma anche sociali, culturali ed ecologici nel senso che Papa Francesco ha attribuito al termine: dalle comunità energetiche che nascono nei quartieri più fragili, alle nuove piazze giubilari e agli spazi pubblici che restituiscono spazi e verde ai cittadini, fino alle strategie per mitigare l’impatto del cambiamento climatico sulle aree più vulnerabili. Questa visione, che lega intimamente il tema della difesa dell’ambiente, dello sviluppo economico alla fratellanza e all’armonia tra i popoli, ripreso e rilanciato da Sua Santità in tante diverse occasioni, appare oggi in tutta la sua dirompente necessità e forza trasformativa. Nessuno si salva da solo. Non c’è pace, non c’è libertà, non c’è sviluppo ed eguaglianza senza il riconoscimento di un bene comune universale, perché ha spiegato citando lo stesso Papa Francesco: “la fraternità umana e la cura del Creato formano l’unica via verso lo sviluppo integrale e la pace. Proprio come ci ha chiesto, vogliamo che questa città aperta e universale rappresenti un grande laboratorio di ‘ecologia integrale’ e svolga quel ruolo globale di grande faro per la pace che la sua lunga Storia le assegna: un impegno che oggi ci vedrà ancora più uniti, concentrati e coerenti. Sarà l’ennesimo grande dono a Roma di quello che è stato e resterà per sempre un uomo straordinario”.

– Foto Ufficio stampa Comune di Roma –

(ITALPRESS)

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