ROMA (ITALPRESS) – “Il Papa ha saputo parlare al mondo con autorità morale, visione universale e coraggio profetico. In anni segnati da fratture globali, ha ricordato che la pace non è un’illusione, ma una responsabilità collettiva”. Così l’ambasciatore Ettore Francesco Sequi, già segretario generale della Farnesina, ricorda con Italpress il pontificato di Papa Francesco. “Nel suo magistero, Papa Francesco si è rivolto direttamente alla comunità internazionale. Nell’Enciclica Fratelli tutti ha delineato una responsabilità etica per la politica globale: il primato del dialogo sulla forza, della cooperazione sulla paura, della solidarietà sulla logica della competizione. Con Laudato si’ e Laudate Deum, ha indicato che la crisi ambientale è inseparabile dalla giustizia sociale e dalla responsabilità geopolitica: ha chiesto agli Stati di guardare oltre i confini e di agire per le generazioni future“, ha dichiarato Sequi.
“Ha rilanciato con forza il dialogo interreligioso come strumento di stabilità, riconciliazione e prevenzione dei conflitti, dimostrando che la fede può essere forza di pace, non di divisione. Storico il documento firmato ad Abu Dhabi con il Grande Imam di al-Azhar, che resterà un punto di riferimento nella diplomazia interreligiosa contemporanea”, ha aggiunto l’ambasciatore ricordando che “anche nei conflitti più laceranti – dall’Ucraina a Gaza, fino al Sahel e alle aree dimenticate del mondo – ha difeso il valore della mediazione, del cessate il fuoco, dell’ascolto reciproco. Ha esercitato un’influenza morale concreta, capace di muovere coscienze, aprire spazi, umanizzare il linguaggio della pace”.
All’interno della Chiesa, osserva Sequi, Papa Francesco ha spostato l’asse verso il Sud globale e dato voce alle periferie del mondo, facendone un soggetto attivo nel dialogo internazionale. “La sua eredità resta un richiamo esigente: senza giustizia globale non ci sarà sicurezza duratura; senza dignità umana non ci può essere pace sostenibile”, ha dichiarato l’ambasciatore. Riguardo alla successione, “ora si apre una fase di transizione” secondo il diplomatico.
“Il prossimo Papa sarà inevitabilmente anche un attore globale. La sua visione del mondo, il suo rapporto con le potenze emergenti e il suo approccio alla pace, all’ambiente, alla migrazione e alla povertà plasmeranno in parte anche il contesto internazionale dei prossimi anni”. In conclusione, “il mondo perde una coscienza che sapeva parlare alle coscienze. La sua eredità interpella non solo i credenti, ma tutti coloro che hanno a cuore il destino dell’umanità”, ha dichiarato Sequi.
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