Mulè “Il 2% per la spesa militare è il minimo per garantire protezione al Paese”

ROMA (ITALPRESS) – “Il 2% per la spesa militare significa circa 8 miliardi in più rispetto a quanto l’Italia spende oggi. Sembra una cifra enorme, ma va messa nel contesto: in un mondo in cui miliardi si muovono continuamente su ogni fronte – economico, energetico, digitale – questa spesa non è un lusso, è una necessità, si tratta di garantire la sicurezza e la libertà. Oggi, se l’Italia venisse attaccata sul piano cibernetico o militare, non sarebbe in grado di reggere l’urto. Quando parliamo di investimenti in difesa, quindi, parliamo anche di protezione delle infrastrutture civili”. Lo ha detto Giorgio Mulè, deputato di Forza Italia e vicepresidente della Camera, ospite ad Agorà su Rai3.

“Un attacco informatico potrebbe mettere fuori uso ospedali, acquedotti, trasporti. La sicurezza non è un concetto astratto: è ciò che ci permette di vivere normalmente ogni giorno. La pace, per esistere, va difesa – prosegue -. Una casa senza antifurto non è sicura e lo stesso vale per un Paese senza un sistema di difesa credibile. Non si parla solo di armi offensive, ma di difese concrete, come sistemi anti-hacker, batterie antiaeree e antimissile, navi per difendere le nostre rotte commerciali. L’articolo 52 della Costituzione lo dice chiaramente: “La difesa della Patria è sacro dovere del cittadino”. Difendere la patria oggi significa avere strumenti tecnologici, capacità operative e risorse economiche adeguate. Anche 10 miliardi, in un bilancio come quello italiano, possono fare la differenza tra vulnerabilità e resilienza. Non è questione ideologica, è una valutazione concreta sul grado minimo di sicurezza che un Paese deve garantire ai propri cittadini”.

– foto IPA Agency –

(ITALPRESS).

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