Adesso manca soltanto che il Bologna batta l’Inter – la Nemica – e il Napoli è pronto per lo scudetto. Avevo designato Vincenzo Italiano arbitro della Grande Sfida, gli avevo addirittura attribuito la forza della vendetta (sportiva) per il 3-0 all’andata al Maradona ma onestamente il peso tecnico degli azzurri – insieme a una partenza incerta dei rossoblù letteralmente assaliti dai napoletani – per un’ora ha fatto la differenza. Basta rivedere il gol realizzato al 18′ da Anguissa per capire come un uomo solo possa dare una svolta epica a una partita: Zambo elimina fisicamente prima Lucumì e poi Holm, ipnotizza Miranda, chiama fuori Skorupski e lo batte. Un gol da curriculum. Pochi minuti e il gran polacco esce per infortunio. Ma Ravaglia non sfigura, anzi, un paio di parate clamorose salvano la sfida così male avviata fino a diventare l’eroe della partita. Applausi. E il Bologna riconquista la sua sicurezza, la sua grinta, il suo contropiede e proprio allo scadere del primo tempo Aebischer fallisce il gol del pareggio. Il secondo tempo di Italiano è sempre una sicurezza.
(Rifletto, nell’intervallo, se valesse davvero la pena saltare il racconto di una domenica per mancanza di emozioni nonostante l’attesa – inventata – della cosiddetta partitissima fra Roma e Juve. Cosa ci tocca fare per campare. Tirar fuori i fantasmi di Viola e Boniperti, premiare i settant’anni di Pruzzo, rinfocolare polemiche ingiallite e archiviate e infine fingere di rivivere quello che per lungo tempo parve assumere il valore di un derby italiano mentre la prudenza di Tudor e la saggezza di Ranieri confezionavano un pareggio scacciapensieri).
Ecco, si ricomincia, l’orologio segna l’ora di Vincenzo Itaiiano e dei suoi ribelli. Massì, riecco il vero Dall’Ara, ritroviamo la rinata passione rossoblù, la felicità di un filotto di successi. La potenza dell’Orso Scatenato. Ed è proprio lui che rianima il Bologna, ci prova con tutto il cuore, sollecita i compagni prima tramortiti da Zambo, poi spaesati. E anche se con grande ansia rispetto ai bei tempi ormai abituali per colmare lo svantaggio la Banda Italiano trova al 64′ il pari con Miranda e Odgaard che lanciano a rete il resiliente Ndoye. Du turtlon alla panna e pu dop tott a nanna. Con l’incubo – ridimensionato – di quel gol di Zambo che allontanava la Champions e invece fa mantenere il quarto posto davanti alla Juve. Dura sarà la battaglia di Bergamo eppoi, il 20 aprile, il Bologna tornerà arbitro dello scudetto. Al Napoli tutto sommato è andata bene. Contro l’Inter un incrocio di sentimenti sostiene le speranze degli azzurri. Da decenni – dal ’64 – un antico slogan anti Juve steso sul telone di un bar è stato aggiornato e ve ne dò la traduzione: “Quando l’Inter perde io godo”.
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