ROMA (ITALPRESS) – Dall’esito della telefonata tra Trump e Putin al percorso di Difesa che sta intraprendendo l’Europa e l’Italia. Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ne sta parlando ampiamente in questi giorni per rendere chiari gli intenti del Governo. Partendo dalla parziale tregua (la prima in tre anni di conflitto) concessa dalla Russia che nei prossimi 30 giorni non bombarderà le infrastrutture energetiche dell’Ucraina, viene sottolineato che non si tratta di pace, tantomeno di un totale cessate il fuoco: “Io – ha dichiarato il ministro in collegamento a Mattino Cinque – giudico i fatti: se ci sarà la tregua, se Putin smetterà di attaccare saremo tutti contenti”. Per stoppare del tutto gli attacchi, la Russia chiede di interrompere gli aiuti da parte europea all’Ucraina. Al ministro della Difesa italiano “sembra una richiesta assurda in questo momento. Quando lui smetterà di attaccare allora potrà chiedere di smettere di aiutare e cominciare a ricostruire l’Ucraina”.
Così l’Europa applica il piano di riarmo: “La Difesa – aggiunge – è il prerequisito perché esista una Nazione. Senza la possibilità di difendersi non esisterebbero le istituzioni libere. Non esiste una Nazione democratica senza una Difesa che serva a preservarla”. A questo punto il ministro Crosetto tira in ballo gli Stati Uniti, che aiutavano a garantire la sicurezza e che adesso si sono sfilati perché hanno deciso di dedicare “le proprie energie in un’altra parte del mondo e non più all’Europa” conferma Crosetto. “Pensavamo che il mondo fosse cambiato” in meglio tanto da abbassare la spesa (che era del 3% fino alla Guerra Fredda) “per poi accorgersi che invece nel mondo moderno le Nazioni usano tutta la potenza che hanno, non solo quella economica ma anche militare e dobbiamo essere pronti a difenderci”.
Crosetto è convinto che se oggi subissimo un attacco di tre ore come Israele, noi, come anche per esempio la Germania, non saremmo in grado di difenderci. “Quella europea – dice Crosetto in un’altra intervista, al Foglio – è una finestra di opportunità vera, che ci consente di investire nella Difesa, in modo serio, anche se è evidente che per investire in questo settore con lungimiranza occorre creare tutte le condizioni affinché non si scateni, in un paese, la guerra sociale. Purtroppo, attorno a noi, vedo troppa gente, in politica, che per monetizzare due voti in più butta benzina sul fuoco, e anche per questo occorre in Europa capire in che modo costruire il percorso verso una nuova Difesa europea senza offrire il fianco ai partiti più anti europeisti”.
La questione è stata trattata dalla Premier Giorgia Meloni nel corso delle comunicazioni in Senato in vista del Consiglio europeo del 20 e 21 marzo. “Bisogna avere la possibilità di spiegare che la svolta europea non è bellicista – sottolinea il ministro –, non riguarda le sole armi, ma riguarda un intero comparto, riguarda un approccio nuovo, riguarda una consapevolezza che non è solo tecnica o finanziaria ma è politica. E quando dico politica voglio dire una cosa semplice: rafforzare gli investimenti sulla difesa, come farà questo governo, anche per allinearsi il più possibile a quelle che sono le indicazioni delle Nato, è una necessità dettata dalla consapevolezza che difendersi è il prerequisito dell’esistenza di una nazione e anche di una democrazia. Considerare una maggiore difesa dell’Italia, e dell’Europa, come se questa fosse una svolta anti pacifista è una cosa semplicemente folle. Ripeto: folle”.
Crosetto, facendo un passo in avanti nel ragionamento, dice che l’Italia e l’Europa hanno il “dovere di prendere sul serio i nuovi equilibri che si sono venuti a creare nel mondo”. Dice che se “il nostro fratello maggiore, grande e grosso, che ci ha protetto in questi anni ci dice che potrebbe proteggerci di meno occorre non far finta di nulla e occorre organizzarsi per diventare grandi, per diventare più solidi, non autonomi, perché sarebbe impossibile”. E dice che nel nuovo mondo in cui ci troviamo, un mondo in cui Crosetto sostiene con ottimismo che l’America “ci aiuterà a camminare a volte anche da soli”, bisogna fare i conti con una dura realtà. A cominciare con il prendere atto che “rinunciare alla protezione americana, e alla sua deterrenza nucleare, è semplicemente impossibile”; e poi anche del fatto che “non capire che, al di là di come finiranno le trattative sull’Ucraina, la Russia rappresenterà un inevitabile pericolo per l’Europa significa voler negare l’evidenza, e quando parlo di evidenza mi riferisco a due elementi precisi. Per chi non se ne fosse ancora accorto, la Russia, da sola, ha circa 1,3 milioni di militari attivi, con una riserva stimata tra due e tre milioni. Per chi non se ne fosse ancora accorto, la Russia, da anni, ha scelto di riconvertire la sua economia in un’economia di guerra, e per quanto il percorso a ritroso non sia impossibile è davvero difficile immaginare che possa rinunciare a questo nuovo equilibrio”.
Dunque, dice Crosetto, “la Russia resterà in un assetto di guerra anche dopo l’eventuale trattativa di pace, in Ucraina, e non capire che nel nuovo mondo la minaccia russa sarà una costante significa creare le condizioni per avere una pace non duratura“. A Crosetto chiediamo cosa vuol dire, oggi, spendere nella Difesa, senza retorica. Significa, dice il ministro, dare ai paesi europei, prima di tutto, la possibilità di avere la capacità missilistica per difendersi da un attacco. Il ministro, rispetto alle trattative di pace che potrebbero aprirsi nei prossimi giorni, dice di essere scettico per il movimentismo dei così detti paesi volenterosi, Regno Unito e Francia, in prima linea per inviare in Ucraina eserciti dei paesi europei, a prescindere da quello che faranno gli Stati Uniti, non per questioni politiche ma per questioni di merito: “Voi avete mai visto fare un progetto per l’arredamento di una casa di cui non conoscete il progetto? Io no. Parlare di soluzioni militari prima di una trattativa non mi sembra azzeccato. Ci vuole pazienza, lungimiranza, paletti chiari, obiettivi concreti”.
Crosetto sa che la posizione italiana, sull’Ucraina, viene considerata da qualcuno nei migliori dei casi attendista e nei peggiori dei casi ambigua. E proprio per schivare queste accuse, il ministro della Difesa, ragionando sul progetto della casa che sarà, sul progetto “inderogabile della difesa dell’Ucraina”; rilancia un tema e un obiettivo che, dice, è anche l’obiettivo dell’Italia: la Nato. “Sono convinto che sia semplicemente impossibile, oltre che profondamente sbagliato, immaginare soluzioni alternative a un impegno della Nato in Ucraina. So che non è la soluzione che sogna, diciamo così, una delle parti, ovvero la Russia, ma so anche che l’Europa deve fare tutto il possibile per non dividere l’occidente, e so anche che l’Italia farà di tutto affinché nel futuro dell’Ucraina ci sia l’unico ombrello che può garantire la sicurezza per i confini non solo di un paese che non rappresenta solo un pezzo del nostro continente ma rappresenta anche un pezzo della difesa della nostra democrazia. Se la Nato sarà in Ucraina, quando il progetto della casa sarà pronto, saremo tutti protetti. Se non ci sarà, cosa a cui non riesco a credere, lo sarà un po’ meno. Più Difesa uguale più democrazia e più libertà. Dovrebbe essere chiaro. E per questo occorrerebbe non dare argomenti a chi per monetizzare due voti in più butta benzina sul fuoco”.
– foto IPA Agency –
(ITALPRESS).