ROMA (ITALPRESS) – “Con immutabile commozione e profondo rispetto, ricordiamo uno dei giorni più drammatici della storia della nostra Repubblica: il rapimento di Aldo Moro, avvenuto il 16 marzo 1978 in via Fani, in cui persero tragicamente la vita cinque eroi silenziosi: gli uomini della sua scorta Raffaele Iozzino, Oreste Leonardi, Domenico Ricci, Giulio Rivera e Francesco Zizzi. Quell’attacco criminale non fu solo un colpo allo Stato, ma un’offensiva contro i valori più profondi della democrazia e della convivenza civile”. Così su X il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, a 47 anni dal rapimento di Aldo Moro. “La memoria di questi fatti è un monito e un’eredità preziosa che ci sprona, oggi più che mai, a rafforzare il nostro impegno nella difesa di quei valori e per la protezione della sicurezza di tutti i cittadini”, aggiunge Piantedosi.
“Il 16 marzo 1978, via Fani a Roma, divenne teatro di una delle pagine più buie e dolorose della nostra storia repubblicana con il rapimento di Aldo Moro e l’uccisione dei suoi cinque uomini della scorta: Raffaele Iozzino, Oreste Leonardi, Domenico Ricci, Giulio Rivera e Francesco Zizzi. Fu un attacco diretto delle Brigate Rosse allo Stato e ai valori democratici. Una ferita profonda che scosse l’Italia ma dalla quale sapemmo reagire con forza e unità a difesa dei valori democratici. Rinnovare oggi il ricordo di quell’attentato significa onorare la memoria di uomini coraggiosi ma anche riaffermare il valore della libertà che sconfisse terrorismo e paura”. Così, in un post su Facebook, il presidente del Senato, Ignazio La Russa.
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