Russia, Putin “Tregua con Ucraina possibile, ma servono altri colloqui con Usa”

RUSSIA, MOSCOW - NOVEMBER 21, 2024: Russia's President Vladimir Putin delivers a statement following a military strike by the Armed Forces of Ukraine on Bryansk Region on 19 November. Vyacheslav Prokofyev/Russian President Press Office/TASS/Sipa USA

MOSCA (RUSSIA) (ITALPRESS) –  Il presidente russo Vladimir Putin non chiude all’ipotesi di un cessate il fuoco in Ucraina, ma avverte che “sono da chiarire diversi aspetti” e soprattutto “servono nuove consultazioni” con i colleghi statunitensi, “magari con il presidente Trump”.

In una diretta televisiva il capo del Cremlino fa così il punto sulla giornata che ha visto a Mosca il consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, Mike Waltz, e l’inviato di Trump Steve Witkoff. Al centro delle discussioni è stata la proposta avanzata dagli Stati Uniti, e già accettata da Kiev, di un cessate il fuoco di 30 giorni in Ucraina.

Un’idea che Putin non ha rigettato a priori, ma che necessita, a suo dire, di diversi chiarimenti che ne consentano l’attuazione. “Se interrompiamo i combattimenti per 30 giorni cosa significa? Che tutti quelli che si trovano lì se ne andranno senza combattere?”, ha chiesto Putin.

Il capo del Cremlino ha poi ricordato che la linea del fronte è lunga complessivamente quasi duemila chilometri. “E allora la domanda è la seguente. Quali saranno le possibilità di controllo, di verifica? Come potremo essere sicuri? Io mi auguro che sia ben chiaro, grazie al buonsenso di tutti, che queste cose vanno capite. Chi darà gli ordini per il cessate il fuoco e qual è il prezzo di questi ordini?”, ha proseguito il capo del Cremlino.

Secondo Putin “l’idea di per sé del cessato il fuoco è giusta” e Mosca è pronta a sostenerla, ma, ha ribadito ancora una volta, “ci sono questioni che vanno discusse e credo che abbiamo bisogno di parlarne con i colleghi e partner americani, e magari avere un colloquio telefonico con il presidente Trump”. Per Putin, in conclusione, occorre parlare direttamente con il capo della Casa Bianca “proprio sull’idea di chiudere questo conflitto in maniera pacifica, (un’idea) che di certo appoggiamo”.

Le parole del presidente russo sono state precedute, nel corso della giornata, da quelle del consigliere presidenziale, Yuri Ushakov, che in modo più netto ha parlato di un cessate il fuoco temporaneo come di “una tregua solo a favore dell’esercito ucraino”.

Ushakov, commentando l’esito del colloquio con il collega statunitense Waltz, ha dichiarato all’emittente Rossija 1 che Mosca vede come obiettivo “un accordo di pace” a lungo termine. “Ci stiamo battendo per questo, ovvero per un accordo di pace che tenga conto dei legittimi interessi della nostra parte”, ha sottolineato Ushakov.

In parallelo è intervenuta la portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova, che nel briefing quotidiano con la stampa ha definito “inaccettabile” l’ipotesi di una forza di peacekeeping europea su suolo ucraino. “E’ inaccettabile per noi il dispiegamento di unità militari di altri Stati in Ucraina, sotto qualsiasi bandiera”, ha detto Zakharova aggiungendo che un’idea del genere comporterebbe “il coinvolgimento di quegli Stati in un conflitto diretto” con la Russia, a cui Mosca risponderebbe “con tutti i mezzi disponibili”.

La portavoce ha poi ammorbidito i toni quando menzionando l’amministrazione Usa. “E’ significativo che Washington prenda le distanze dai piani di Londra e Parigi, almeno a parole, sullo schieramento di un contingente militare, di qualunque genere, in Ucraina”, ha osservato Zakharova.

I colloqui Russia-Usa a Mosca seguono a stretto giro quelli avvenuti l’11 marzo a Gedda, in Arabia Saudita, tra le delegazioni di Washington e di Kiev. Questa prima tappa di trattative si era conclusa con il sì del presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, all’ipotesi di un cessate il fuoco di 30 giorni.

Un altro risultato importante era stato lo sblocco degli aiuti Usa sotto forma di forniture di armi e di scambio di informazioni di intelligence. Come ha rivelato successivamente il segretario di Stato Usa, Marco Rubio, a Gedda sono stati discussi anche dettagli più spinosi. “Abbiamo parlato di concessioni territoriali, ma su questo non ci esprimiamo pubblicamente”, ha detto Rubio ai giornalisti di ritorno dalla missione in Arabia Saudita.

-Foto Ipa/Agency-
(ITALPRESS).

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