![Pomigliano D'Arco (Napoli), presentazione della nuova Fiat Panda](https://www.italpress.com/wp-content/uploads/2025/02/IPA_Agency_IPA1267932ok-696x464.jpg)
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ROMA (ITALPRESS) – Negli ultimi anni, l’Italia ha mostrato segnali di miglioramento sul fronte dell’occupazione, mantenendo un livello di stabilità generale. Tuttavia, dietro questa apparente solidità, permangono squilibri profondi che minano la tenuta economica e sociale del Paese. La questione dell’inattività giovanile, in particolare nelle regioni meridionali, rimane irrisolta, così come la persistente difficoltà delle donne a entrare e rimanere nel mercato del lavoro, una problematica che interessa soprattutto il Sud ma che non risparmia l’intero territorio nazionale. Oltre a queste criticità strutturali, si aggiunge una crisi demografica tra le più profonde delle società industrializzate. Il calo della natalità e il progressivo invecchiamento della popolazione stanno riducendo in modo preoccupante la disponibilità di capitale umano. Se questa tendenza non verrà invertita, nei prossimi decenni i settori produttivi del Paese potrebbero trovarsi a corto di lavoratori, compromettendo crescita e innovazione, e lo stesso sistema di welfare, che già mostra segni di gravi difficoltà. A ciò si affianca la carenza cronica di personale qualificato con competenze alte e medie, per far fronte al cambiamento tecnologico che, attraverso le forti innovazioni da cui siamo stati superati, rappresenta un ostacolo grande alla competitività del sistema economico italiano. Di fronte a questo scenario complesso, sarebbe necessario un piano strategico chiaro e lungimirante, capace di gestire in modo coordinato le politiche del lavoro, della formazione e dell’immigrazione. Questi temi, come si sa, riguardano la buona economia, il benessere dei ceti meno abbienti e la coesione sociale. Invece, il dibattito pubblico si arena troppo spesso in divisioni politiche e nella costante ricerca di consenso, alimentando la polarizzazione anziché il confronto costruttivo. Governo e parti sociali, anziché sedersi a un tavolo comune per affrontare queste sfide cruciali, sembrano più interessati a scontri ideologici e a iniziative anacronistiche, come i nuovi referendum contro il Jobs Act. Questo immobilismo è sempre meno sostenibile. L’Italia ha urgente bisogno di una visione condivisa e di azioni concrete per rilanciare l’occupazione e la produttività. È indispensabile rafforzare la formazione professionale, favorire l’inserimento di giovani e donne nel mondo del lavoro e gestire con intelligenza i flussi migratori per colmare i deficit di manodopera. Serve un vero patto sociale che riconosca il lavoro come il fulcro dello sviluppo, superando divisioni sterili e contrapposizioni inutili. Solo attraverso il dialogo e la collaborazione tra istituzioni, imprese, sindacati e territori sarà possibile costruire un futuro in cui il lavoro sia un diritto garantito per tutti, non un’opportunità per pochi. È tempo di accantonare le battaglie ideologiche e di assumersi la responsabilità di scelte coraggiose e condivise, perché il destino economico e sociale dell’Italia non può restare ostaggio di una politica che guarda al breve termine. (ITALPRESS).
Foto: Ipa Agency