Violenza giovanile in aumento, esperti a confronto a Palermo

CATANIA (ITALPRESS) – Un incontro per parlare della violenza giovanile, un fenomeno che è sempre più dilagante: questo il tema del convegno “I giovani e la violenza: un fenomeno in aumento?”, organizzato dall’Omceo di Palermo e dal Centro Studi Giuridici e Sociali Cesare Terranova, in memoria di Francesca Morvillo. Problemi, cause e possibili soluzioni per tracciare un quadro complessivo della situazione, sono stati al centro dell’incontro che ha visto confrontarsi numerosi esperti, a Villa Magnisi, nel capoluogo siciliano.
“La violenza dei giovani è indice di un disagio e i dati sono sempre in continua crescita, tanto più in determinate fasce sociali e ancora più post-Covid – ha detto Toti Amato, presidente dell’ordine dei Medici di Palermo -. La prevenzione in questo campo è quella di fare grande attenzione sin dai primi anni di vita, quindi nelle scuole, questo è importante: la presenza di medici, neuropsichiatri e pediatri e bisogna formare i medici a poter cogliere quelli che sono i primi segnali di un disagio. Per quanto ci sia un decreto Caivano, l’ultimo aggiornamento del 2023, dove si promettono tante cose, ma alla fine manca il personale, mancano i medici. E’ importante fare rete, ma mancano i medici. Uno dei dati è che c’è come statistica un neuropsichiatra infantile ogni 12.000 abitanti. Insomma, credo che siano numeri veramente irrisori. Serve un lavoro forte di collaborazione tra scuola e sanità. Probabilmente rilancio un’idea, un pensiero che già in Sicilia si era lanciato 5-6 anni fa: quello di riportare il medico o una figura sanitaria stabile nelle scuole”.
Sulla stessa lunghezza d’onda Lia Sava, procuratore generale della Corte d’Appello di Palermo: “Il focalizzare l’attenzione sul fenomeno della violenza giovanile ha un’importanza fondamentale in questo momento storico e soprattutto in un momento dove ci confrontiamo con le potenzialità innovative della tecnologia. Si pensi al discorso relativo alla diffusione attraverso i mass media di esempi negativi che portano i nostri giovani, che sono elementi in formazione. In più, se si mette in connessione questo fenomeno con l’enorme disponibilità anche di armi e di oggetti atti ad offendere che noi riscontriamo nella disponibilità dei giovani ci rendiamo conto dell’importanza di capire perchè il fenomeno è in aumento e come possiamo intervenire. La chiave di volta del tutto è nell’esempio che anche gli adulti devono dare ai giovani, nel senso che molto spesso i nostri giovani tendono a replicare condotte violente che vedono in famiglia, condotte violente che vedono nella rappresentazione mass-mediatica, condotte violente nelle quali spesso noi adulti siamo protagonisti e quindi forse dovremmo concentrare la nostra attenzione oltre che sui problemi degli adolescenti, anche sui problemi degli adolescentes, usando un’espressione che a me piace molto, perchè ci sono delle delle persone anche di età molto più che adulta che tengono delle condotte violente o delle condotte di reato pesanti innanzi ai giovani, quindi l’esempio che danno è assolutamente deleterio”.
I numeri sono impressionanti e dietro tutto naturalmente c’è anche la mano della criminalità organizzata, sempre pronta ad inserirsi nelle situazioni di disagio: “I dati sulla violenza giovanile purtroppo sono estremamente preoccupanti – dichiara Claudia Caramanna, Procuratore al Tribunale dei Minorenni di Palermo -. Abbiamo registrato dal 2022 un aumento del 25% dei reati commessi da minorenni, reati che sono stati peraltro caratterizzati da estrema violenza e brutalità. Rispondere alla domanda su quali sono le cause è molto complesso, ma è chiaro che si tratta di concause, sicuramente incide in maniera molto significativa il consumo di sostanze stupefacenti ed in particolare di crack, una sostanza che si trova ormai a basso costo e che è molto facile reperire e che viene consumata anche da ragazzini molto piccoli, ma oltre a questo ci sono anche tanti altri aspetti da considerare, un pò la crisi familiare, c’è la crisi dei rapporti sociali che ormai sono rapporti che vengono intrattenuti spesso attraverso piattaforme, non sono più rapporti veri. Abbiamo una società che presenta tanti aspetti di fragilità e di insicurezza che sicuramente incidono sulla psiche di questi minori e abbiamo anche degli esempi da parte dei soggetti adulti che sono molto vicini alla violenza e allora è chiaro che anche i minori agiscono con condotte di questo tipo”. Sul tema si è soffermato, infine, anche il presidente della Corte d’Appello di Palermo, Matteo Frasca: “L’iniziativa di oggi ha un valore particolarmente significativo perchè attraverso un’azione interdisciplinare mira a studiare e analizzare le cause in funzione preventiva, non solo in funzione ovviamente repressiva, di questo fenomeno che sta dilagando e si sta diffondendo veramente in modo esagerato e pericoloso. Gli interventi possono essere diversi dallo studio delle analisi delle cause e soprattutto l’individuazione di interventi formativi nell’ambito della scuola e della famiglia che sono quelli che dovrebbero avere la funzione preventiva migliore”.
– foto xd6 Italpress –
(ITALPRESS).

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