Di Stefano Vaccara
NEW YORK (STATI UNITI) (ITALPRESS) – Andare addosso all’avversario politico comunque, anche quando ci sono ancora da recuperare a Washington i corpi inabissati nel Potomac dei poveri passeggeri del volo dal Kansas centrato in pieno da un elicottero militare. Nonostante l’indagine fosse appena iniziata, Donald Trump ha scatenato il suo istinto: il suo principale bersaglio? Le politiche di assunzione basate sulla diversità alla Federal Aviation Administration e le presunte decisioni dei suoi due predecessori democratici. Intervenendo davanti ai giornalisti nel briefing room della Casa Bianca, Trump ha affermato che il disastro è stato causato dagli standard non adeguati per i controllori del traffico aereo.
Con un mix di opportunismo politico e affermazioni non verificate, Trump ha dato ancora una volta prova di sfruttare gli eventi di grande impatto come clava per colpire gli avversari, anche quando i fatti sono ancora tutti da accertare.
Trump ha anche cambiato bersaglio nella stessa conferenza stampa: accusando anche i piloti dell’elicottero. Quindi attribuzioni della colpa – passando dalle politiche di assunzione della FAA agli errori dei piloti – forse incompatibili ma che servono allo stesso obiettivo: nutrire il suo istinto di plasmare la percezione pubblica di un evento indipendentemente dai fatti e soprattutto prima che questi emergano.
Intanto Trump ha intrapreso una serie di azioni che più che “shock” hanno creato “caos”.
Il 27 gennaio, l’Office of Management and Budget ha emesso una direttiva che ordinava alle agenzie federali di “sospendere temporaneamente tutte le attività relative all’obbligo o all’erogazione di tutti gli aiuti finanziari federali”. Questa misura includeva gli aiuti esteri, sovvenzioni e prestiti.
L’obiettivo dichiarato era quello di permettere all’amministrazione di rivedere le allocazioni di fondi in linea con le proprie priorità. Tuttavia, questa mossa improvvisa ha causato confusione tra i dipendenti pubblici, i legislatori e le organizzazioni non profit, sollevando preoccupazioni sui possibili disservizi nei servizi essenziali, anche quelli medici e scolastici.
Durante la conferenza stampa per il disastro aereo, Trump ha anche criticato il Senato per la lentezza con cui starebbe vagliando le sue nomine per il governo. Tre audizioni sono ritenute più rischiose: quella con Robert Kennedy Jr. per il ruolo di Segretario della Salute, Tulsi Gabbard come Direttrice dell’Intelligence Nazionale e Kash Patel come Direttore dell’FBI.
Ognuno di loro ha affrontato un duro interrogatorio sulle proprie qualifiche, le dichiarazioni passate e i potenziali pregiudizi.
Kennedy Jr. è comparso davanti alla Commissione del Senato per la Salute, con senatori democratici che hanno espresso profonde preoccupazioni per le sue dichiarazioni passate che collegavano i vaccini all’autismo e hanno messo in dubbio la sua capacità di guidare efficacemente l’agenzia sanitaria nazionale. Kennedy ha cercato di rassicurare i presenti ma il senatore repubblicano della Louisiana Bill Cassidy, che è un medico, ha espresso riserve sulle sue effettive capacità di gestione di un dipartimento così importante.
L’ex deputata democratica Tulsi Gabbard è stata interrogata dalla Commissione per l’Intelligence del Senato, dove sono riemerse le sue posizioni passate in politica estera e le sue interazioni con figure controverse. I senatori le hanno chiesto conto del suo incontro del 2017 con il siriano Bashar al-Assad e delle sue dichiarazioni passate giustificatorie dell’invasione russa dell’Ucraina.
Gabbard ha affermato che le sue opinioni si erano evolute. Ma è stato il suo passato sostegno a Edward Snowden che ha maggiormente concentrato gli attacchi di alcuni senatori. Pur ammettendo che Snowden avesse violato la legge, Gabbard si è rifiutata di definirlo un traditore, una posizione che ha inquietato sia i senatori democratici che repubblicani ma che è condivisa da milioni di americani. Infatti Gabbard ha ricordato come i programmi segreti rivelati da Snowden erano “oltraggiosi, illegali e incostituzionali”.
Kash Patel ha cercato di rassicurare i senatori ribaltando le sue posizioni che aveva messo per iscritto persino in un libro, affermando che non avrebbe perseguito vendette politiche contro gli avversari di Trump e ribadendo il suo impegno a seguire i dettami costituzionali. La senatrice democratica del Minnesota Amy Klobuchar ad un certo punto ha chiesto: “Nel suo libro ha scritto che vuol chiudere il quartier generale dell’FBI e farci un museo sul deep state: è così? Sì o no?”. Mentre Klobuchar cercava di assestare la domanda ko nei confronti di Patel, in soccorso sono arrivati alcuni senatori repubblicani lamentandosi del fatto che la senatrice democratica avesse già sfondato il suo tempo a disposizione.
I repubblicani hanno la maggioranza al Senato, però proprio lo scorsa settimana un’altra delle scelte più controverse, quella di Pete Hegseth al Pentagono, è riuscita a passare solo con il voto del vicepresidente JD Vance che come presidente del Senato ha rotto l’equilibrio dopo che tre senatori repubblicani avevano votato contro. Spunteranno almeno quattro senatori repubblicani contrari alle nomine di Kennedy, Patel e Gabbard? Questi ancora non si vedono ma tutto è ancora possibile.
– foto Ipa Agency –
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