Gianni Amelio compie 80 anni

Sorrento - 47^ Giornate Professionali di Cinema di Sorrento Nella foto: Gianni Amelio (Sorrento - 2024-12-04, Felice De Martino) p.s. la foto e' utilizzabile nel rispetto del contesto in cui e' stata scattata, e senza intento diffamatorio del decoro delle persone rappresentate

ROMA (ITALPRESS) – L’osservazione della realtà e della condizione umana con un tocco di autobiografia: questo, in estrema sintesi, il cinema di Gianni Amelio che il 20 gennaio compie 80 anni. Nato nel 1945 a San Pietro Magisano (CZ) da due genitori poco più che adolescenti, il giovane Gianni perde prima il padre, sparito dopo essere partito alla volta dell’Argentina, poi la madre e la sorella e viene cresciuto dalla nonna materna.
L’amore per il cinema si manifesta prima dei vent’anni e lo porta a trasferirsi a Roma dove lavora come assistente di Vittorio De Seta (nel film “Un uomo a metà”) e come operatore e aiuto regista per altri registi tra cui Liliana Cavani. Muove anche i primi passi in televisione (collaborando, tra i tanti, con Ugo Gregoretti) e, nel 1970, debutta come regista con “La fine del gioco”. Seguono “La Città del Sole” (dedicato a Tommaso Campanella), “Bertolucci secondo il cinema” (sulla realizzazione del film “Novecento”), i gialli “La morte al lavoro” ed “Effetti speciali” e l’adattamento del romanzo di Aldous Huxley “Il piccolo Archimede”.
Nel 1983 Amelio arriva al cinema con “Colpire al cuore”, film incentrato sul tema del terrorismo affrontato senza giudizi e guardando al rapporto tra padre e figlio. Cinque anni dopo, forte del successo di critica ottenuto alla Mostra del Cinema di Venezia, Amelio torna nelle sale con “I ragazzi di via Panisperna”. Nel 1991 arriva la nomination all’Oscar: il film è “Porte aperte”, interpretato da uno straordinario Gian Maria Volonté, e oltre alla nomination si aggiudica, tra gli altri, 2 Nastri d’Argento, 4 Davide di Donatello e 3 Globi d’Oro della stampa estera. Pioggia di apprezzamenti e riconoscimenti anche per il film successivo, “Il ladro di bambini”, per “Lamerica” (sugli albanesi che arrivano in Italia) e per “Così ridevano” (sull’emigrazione a Torino negli anni Cinquanta, vista attraverso gli occhi di due fratelli) con cui vince il Leone d’Oro alla Mostra del Cinema di Venezia.
Nel 2004 torna a Venezia con “Le chiavi di casa”, ispirato al romanzo “Nati due volte” di Giuseppe Pontiggia e interpretato da Kim Rossi Stuart e Charlotte Rampling. Due anni dopo è tratto da un romanzo (“La dismissione” di Ermanno Rea) anche “La stella che non c’è”. Seguono “Il primo uomo”, “L’intrepido”, il documentario sull’omosessualità “Felice chi è diverso” e, dal romanzo “La tentazione di essere felice” di Lorenzo Marone il film “La tenerezza”. Nel 2020 dirige il discusso “Hammamet”, sulla figura di Bettino Craxi; e, due anni dopo, “Il signore delle formiche”, interpretato da Luigi Lo Cascio.
L’ultima fatica è “Campo di battaglia” con cui, nel 2024, è tornato ancora una volta alla Mostra del Cinema di Venezia.

foto: Agenzia Fotogramma

(ITALPRESS).

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