ROMA (ITALPRESS) – A due settimane dalla versione de “Il Conte di Montecristo” offerta da Canale 5, arriva quella di Rai1, diretta da Bill August e interpretata da Sam Claflin nel ruolo di Edmond Dantes. Quattro le puntate della coproduzione internazionale (targata Palomar in collaborazione con Rai Fiction, France Tèlèvisions, Mediawan Rights e Entourage Media), al via da lunedì 13 gennaio, che vedono nel cast (per la quota italiana) Lino Guanciale, Michele Riondino, Nicolas Maupas e Gabriella Pession.
La storia è naturalmente quella del romanzo di Alexander Dumas con alcune ‘libertà’ che, afferma il regista, “sono necessarie quando si fa un adattamento per la tv. Devi essere infedele per essere fedele”. Il tema centrale rimane la vendetta di Edmond Dantes, incarcerato ingiustamente per 15 anni ed evaso grazie a uno stratagemma, ma “al di là di questa, era importante costruire le relazioni tra i vari personaggi che rendono attuale e contemporanea la storia. E una serie in otto episodi permette di trattare tutta la complessità della storia in maniera esaustiva”.
Alla conferenza stampa che si è svolta questa mattina nel Salone di Ercole di Palazzo Farnese, sede dell’Ambasciata di Francia in Italia, Sam Claflin ha partecipato in collegamento video da Londra, assicurando però di voler “visitare Roma un giorno perchè è la mia città preferita in Europa”. Per l’attore (che è anche produttore esecutivo della serie), quello di Edmond Dantes “è un ruolo fantastico. La storia è così ricca e io mi sento fortunato anche per ogni singola ora di trucco alla quale mi sono dovuto sottoporre”. Vestire i panni del Conte di Montecristo, afferma, «mi ha fatto guardare la vita in modo diverso e mi ha fatto capire che la vendetta può essere una cosa sbagliata. Eppure, anche se non sono una persona vendicativa e non arriverei mai a quello cui è arrivato lui, ammiro la sua determinazione”. Calarsi nel ruolo di un uomo imprigionato ingiustamente per quindici anni non è stato facile: “E’ stata una sfida anche dal punto di vista fisico ma avevo intorno a me un cast che mi ha reso tutto più facile». L’attore afferma anche di «non avere visto gli altri adattamenti del romanzo di Dumas. Ho cercato di tenermi lontano dalle altre interpretazioni per non essere portato fuori strada. Ho letto il libro naturalmente ma la mia bibbia doveva essere il copione”.
Sul tema centrale del romanzo, quello della vendetta, interviene di nuovo il regista che cita l’ex presidente degli Stati Uniti Richard Nixon: “Dopo lo scandalo Watergate disse: ‘Non è così importante quanto ti possono umiliare ma quando cominci a cercare la vendetta dentro di te che ti consumà”. Con lui l’ambasciatore francese Martin Briens per il quale “come vediamo proprio in questi giorni in Medio Oriente, c’è sempre il rischio della vendetta che porta all’escalation. C’è la tentazione della vendetta ma forse non è la soluzione migliore anche perchè la vendetta è un piatto che va consumato freddo”. Michele Riondino è Jacopo, un contrabbandiere italiano che, salvato da Edmond, ne diventa il braccio destro. Per l’attore “il tema della vendetta, universale e contemporaneo, è centrale nel romanzo ma sono attuali anche altri elementi. Ad esempio io trovo molto interessante il ruolo di Nicolas Maupas (è Albert, figlio di uno dei nemici di Dantes, ndr) perchè è un personaggio che non ha colpe ma, suo malgrado, ha determinato un’ingiustizia. Nel corso del tempo la vendetta diventa sinonimo di ingiustizia perchè a che fare con l’espiazione di chi non ha colpe”. Maupas conferma: “Albert è una vittima del contesto sociale nel quale si trova e non si rende conto di quanto marcio c’è intorno a lui. E’ un personaggio positivo perchè non c’è niente di male in lui”.
“Io uscirei dal tema della vendetta e parlerei, piuttosto, del potere della vendetta. Quando ce l’hai puoi fare quello che vuoi, sta a te decidere cosa fare e quando fermarti” osserva Lino Guanciale che veste i panni di Vampa, eccentrico brigante romano che, tentando di derubare Edmond, finisce per essergli debitore. “La parola chiave di Vampa è il travestimento. Lui appartiene alla marginalità malevola ma è leale. In un mondo in cui tutto va al contrario di come dovrebbe, quelli che un codice morale lo rispettano sono i criminali – aggiunge – Vampa fa la stessa cosa del Conte di Montecristo ma dà una versione in forma di parodia di quello che il Conte pratica come strategia di vendetta”.
Affascinata dal suo personaggio Hermin Danglars, moglie di uno dei più accaniti nemici di Edmond Dantes, è Gabriella Pession: “Lei è una donna che, nonostante la sua modernità, per i costumi dell’epoca deve stare al suo posto. Ed è portata a negare la nascita di un figlio illegittimo che, appena nato, le viene strappato facendole credere che sia morto. La vendetta di Dantes è instillarle il dubbio che quel figlio, invece, sia vivo”. Per l’attrice “il messaggio di Dumas è che non si può nascondere la polvere sotto al tappeto perchè prima o poi esce e crea follia”. Come accade ad Hermin che, “diversamente dal personaggio scritto da Dumas, scivola nella follia. Del resto, per dare credibilità a un’opera letteraria bisogna tradirla”.
foto: ufficio stampa Rai
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